Folia Theologica 8. (1997)

István Czakó: Abramo come paradigma del credente nel libro "Timore e tremore" di Soren Kierkegaard

214 I. CZAKÓ della verità che salva non è essenzialmente una ‘comunicazione di sapere’ ma piuttosto una ‘comunicazione di potere’, un incitamento, uno stimolo, un cenno, perché si muova alla ‘appropriazione’ della verità ehe ci salva.”68 Da qui scaturisce la distinzione kierkegaardiana della comunicazione diretta ed indiretta; le opere pseudonime appartengono evidentemente a quest’ultima. Per lui è chiaro ehe la verità del cristianesimo, “la verità esistenziale non si puè comunicare ehe indirettamente”69, è affare dell’ “arte maieutica”, usando come metodo la “riflessione doppia”70. Lo scopo e il significato globale della comunicazione indiretta in Kierkegaard è, ehe è il lettore, ehe una volta iniziato al travaglio della ricerca, deve, rientrando in sè stesso, risolversi per una vita interiore, diventando, di fronte all’ “aut-aut” presentato dall’opera71, veramente esistente e Singolo. La pseudonimità produce da parte dell’autore un “ironico distacco dall’oggetto trattato e dal lettore stesso”72 come pure dall’autore del pseudonimo73, ehe è accentuato da Kierkegaard: “non c’è nei libri pseudonimi neppure una sola parola sui mio conto”74. Tutta la produzione pseudonima corne comunicazione indiretta ha un valore maieutico nell’opera kierkegaardiana, dove neanche la polinomicità è casuale, perché da una parte offre la possibilità all’autore di considerare il cristianesimo sia dal di fuori sia dal di dentro e d’altra parte perché ancora i pseudo-nomi sono formati con una certa intenzione comunicativa in dipendenza dalla loro posizione in connessione con l’oggetto trattato progettata da Kierkegaard. Perè il perché dell’uso degli pseudonimi è assai più vasto; in fondo sta nella distanza sussistente fra l’esistenza reale dell’autore e il modo di approssimarsi al contenuto trattato, causando una certa ambiguità nella 68 C. FABRO, La “comunicazione della verità” nel pensiero di Kierkegaard, 129. 69 C. FABRO, La “comunicazione della verità” nel pensiero di Kierkegaard, 138. 70 S. KIERKEGAARD, La dialettica della comunicazione erica ed etico-religiosa, 372. 71 “He pointed out that all these works were written under the sign of ‘either/or’, implying that the decision about the truth is a personal matter, left for each individual reader.” J. COLLINS, The Mind of Kierkegaard, 39. 72 S. SPERA, Introduzione a Kierkegaard, 67. 73 “Io sono infatti impersonalmente o personalmente in terza persona un suggeritore che ha prodotto poeticamente degli autori... S. KIERKEGAARD, Postilla conclusiva non scientifica aile Briciole di fdosofia, (”Una prima ed ultima spiegazione”) in Opere 609. 74 S. KIERKEGAARD, Postilla conclusiva non scientifica alle Briciole di filosofia, in Opere 609.

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