Folia Theologica 8. (1997)

István Czakó: Abramo come paradigma del credente nel libro "Timore e tremore" di Soren Kierkegaard

208 I. CZAKÓ il parallélisme) del sacrificio di Abramo e la rottura del fidanzamento con Regina sotto due aspetti: d’una parte sotto I’aspetto della somiglianza e d’altra sotto quello della dissomiglianza. Per quanto riguarda il primo aspetto, i tratti più rilevanti sembrano essere i seguenti: Come la motivazione del comportamento di Abramo è fondata essenzialmente nel suo rapporto con Dio, cosi anche nel caso di Kierkegaard — in fondo attraverso il trasporto della dolorosamente vissuta realtà della “spina nella carne”. É una similitudine notevole l’impossibilità della comunicazione — come conseguenza della rottura del rapporto col generale —, ed anche il superamento dell’etica (=il generale hegeliano), il ehe nel caso di Kierkegaard significava il matrimonio. Esiste una vera analogia nel caso della rassegnazione infinita come anche in quello dell’ininterrotto “voler riavere”42 ed essenzialmente “non-rinuncia”43 alla persona amata. Il parallelismo del portare il “volto negativo/diabolico” contro la persona amata per allontanarla da sé nel caso di Kierkegaard significava più pregnantemente lo scrivere il “Diario del seduttore”, e poi in “Timore e tremore” sembra di nuovo comparire questo motivo in un intermezzo del “Problema III” nella storia affascinante di “Ágnese e il Tritone”. Sotto l’aspetto della dissomiglianza, è da rilevare primariamente Tassenza di fede da parte di Kierkegaard, assenza confessata in “Timore e tremore” sotto lo pseudonimo di Johannes de Silentio.44 De Silentio cerca di seguire “l’eroe della fede”, ma öltre il “movimento infinito della rassegnazione” non riesce più, da li puö soltanto ammirare il “padre della fede”, ma accompagnarlo no. “L’ultimo movimento, il movimento paradossale della fede, io non lo posso fare, sia esso ora o non sia un dovere, anche se confesso che lo vorrei fare più che volentieri”45 — 42 “In Fear and Trembling the concept of repetition is deepened. Abraham does not renounce his earthly love, nor does he posses it only in the ‘transfigured’ form of Repetition. By faith he is enabled to actually secure it by the grate of God. He receives God and also all that he had lost.” G. E. ARBAUGH - G. B. ARBAUGH, Kierkegaard’s autorship, 106. 43 “Kierkegaard in realtà non ha mai rinunciato a Regina: poche donne, al pari di lei, possono vantare una fedeltà cosi tetragona da parte deU’innamorato.” G. M. PIZZUTI, Perché Kierkegaard lascio Regina, 466. 44 È un dato notevole che Kierkegaard ancora nel 1843 ha scritto nel suo diario: “Se avessi avuto la fede, sarei rimasto con Regina.” (IV A 107) Cit. da V. MELCHIORRE, Kierkegaard e il fideismo, 168. 45 S. KIERKEGAARD, Timore e tremore, 75.

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