Folia Theologica 8. (1997)

István Czakó: Abramo come paradigma del credente nel libro "Timore e tremore" di Soren Kierkegaard

FOLIA THEOLOGICA 8 (1997) 199 István CZAKÓ ABRAMO COME PARADIGMA DEL CREDENTE NEL LIBRO “TIMORE E TREMORE” DI S0REN KIERKEGAARD Studio di interpretazione alia luce dei problemi ermeneutici dell’opera pseudonima kierkegaardiana Introduzione 1. La filosofia esistenziale di Kierkegaard La filosofia dell’Ottocento è caratterizzata dalla dissoluzione della filosofia classica tedesca. La costruzione filosofica originale di Kant sembra crollare — Schopenhauer, Herbart —, la sinistra hegeliana — Bruno Bauer, Feuerbach, Stirner, Strauss — rifiuta il sistema di Hegel, mentre Kierkegaard, Marx e Nietzsche nell’interesse dell’uomo si oppongono aU’idealismo assoluto hegeliano. “Contro la società borghese tranquillizzata e sanzionata dalla filosofia di Hegel, Marx significa la distruzione socialista-rivoluzionaria, Kierkegaard quella di cristiana.”1 Kierkegaard critica Hegel, perché a causa dei pensare si dimentica del pensante.2 Si volge con profondissimo interesse verso l’esistenza del pensatore soggettivo, il cui compito principale è “comprendere se stesso nell’esistenza”.3 La filosofia esistenziale della nostra epoca comincia con la protesta kierkegaardiana contro la dialettica concettuale onnicomprensiva di Hegel. Il centro della filosofia dell’ esistenza è l’individuo: non lo specifico dentro l’universale, ma l’irripetibile, 1 J. HIRSCHBERGER, Geschichte der Philosophie, Freiburg, 1991. vol. II., 492. 2 “Er war in der neueren Zeit der erste, der ganz bewusst dahin strebte, existentiell zu denken, also in vollem Bewusstsein dessen, dass wir rückwärts verstehen, aber vorwärts leben, und dass wir daher, wenn wir die Probleme der Existenz beleuchten, es nicht unleidenschaftlich und objektiv, sondern mit dem vollen Einsatz unserer ganzen Persönlichkeit tun müssen.” P. ROHDE, Kierkegaard, Hamburg, 1990. 158. 3 S. KIERKEGAARD, Postilla conclusiva non scientifica alle Briciole di filosofia, in Opere ed. it. a cura di Cornelio Fabro, Firenze, 1988. 452.

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