Folia Theologica 7. (1996)

Lajos Dolhai: Il rapporto fra parola e sacramento visto da K. Rahner, da punti di vista ecumenico

78 L. DOLHAI sua vita, ha proferito all’appello divino. Per partecipare alla redenzione ogni singolo uomo deve entrare in questo dialogo, ricevendo la parola di Dio nella fede e partecipando al sacrificio di Cristo nel sacramento.20 Da parte protestante — come era da aspettarsi — non si è data una accoglienza completa delle posizioni rahneriane, ma è vero che sono state discusse largamente, facendo sciogliere il gelo su terni ehe sono necessariamente da affrontare in un dialogo ecumenico conscio delle differenze dottrinali ehe stanno alla base delle diverse confessioni. Anzitutto M. Köhnlein21 ha voluto rispondere a quanto scritto da K. Rahner nell’articolo “Wort und Eucharistie”, mettendosi in confronto polemica con lui. Egli riconosce corne il punto di partenza di Rahner non sia usuale nella teológia cattolica; cioè che prima presupposta un’unità tra parola e sacramento, sussunti sotto la terminológia “parola efficace” e che solo in un secondo momento ci si domanda attorno alla loro distinzione. Cita peré subito Ebeling, ehe rileva come Rahner non esca in fondo dallo schema cattolico, dicendo: “Se si volesse misurare il progresso delle conversazioni di teológia controversista dal superamento delle differenze confessionali, allora rimarrebbe soltanto la sincera constatazione ehe non è cambiato niente”. Köhnlein perviene nel 5. capitolo dal titolo “Die Kirche als Ursakrament” al rigetto delle posizione rahneriane il cui torto è di riconoscere alla parola una dinamica incarnatoria, e quindi di considerarla come momento essenziale della realizzazione ehe la Chiesa fa di se stessa, quale continuazione di Cristo nella storia. La concezione fondamentale ehe viene criticata è quella cristologica. Quindi non si tratta soltanto del rigetto della considerazione della Chiesa come mistero-sacramento. Per il Köhnlein l’incarnazione è un avvenimento ehe intéressa soltanto la persona di Gesù e non tutti gli uomini. Pariare di una consacrazione deU’umanità a causa dell’incarnazione è un “assurdo”, mentre ciö ehe conta è la esperienza di fede che l’uomo d’oggi puô fare nel momento in cui crede che Gesù è il Messia. In taie prospettiva — del tutto ovvia — ecco ehe il problema della dinamica incarnatoria della grazia nella parola della Chiesa come 20 O. SEMMELROTH, Die Kirche als Sakrament des Heils, in MS IV/1, pp. 354- 355. 21 M. KÖHNLEIN, Was bringt das Sakrament? Eine Disputation mit K. Rahner, Göttingen 1971. — M. Köhnlein è un evangelico; Il testo qui presentato è una par­te della dissertazione di laurea nella Facoltà teol. Evangelica di Tübinga.

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