Folia Theologica 6. (1995)
Mihály Szentmártoni S.J.: La confessione
184 M. SZENTMÁRTONI Il disgusto che tanti increduli manifestant) per la colpevolezza religiosa e 1’imbarazzo provato dai credenti davanti alia confessione di coipe iterate ci mostrano chiaramente ehe l’esperienza umana e le formule religiose sono Iungi dall’essere sempre concordanti. Il senso religioso della colpa invece è per sua natura orientato verso V avvenire. La visione retrospettiva dei passato è una ripresa delFesistenza al fine d’un superamento. La colpevolezza religiosa è il contrario della colpevolezza psicologica, la quale è intessuta d’angoscia, di rimembranza auto-punitiva, di fuga, d’isolamento psicologico. La coscienza religiosa è alleggerita da questa zavorra, ehe la colpa psicologica si lascia dietro, proprio perché rende capace il soggetto di assumere le proprie coipe in modo maturo. Lo studio psicologico della colpa deve preservarci dalla tendenza a indurire e a rafforzare la colpa.16 Patológia della colpevolezza La coscienza di peccato dipende dalla struttura della coscienza morale e la malattiá mentale, intesa in senso lato, alterando la coscienza morale, puö portare alia formazione di una colpevolezza ingiustificata o, al contrario, impedire la formazione di giudizi morali e qualsiasi risonanza sui piano etico. 1. Gli scrupoli — Lo scrupolo pone un problema di ordine psicologico: vi si constata Fossessione per un ricordo, per un’idea, per un’esitazione su ciö che si fa, si pensa, si dice, si vuole; e insieme pone un problema d’ordine morale ehe riguarda la responsabilité. È dunque nello stesso tempo sia un disturbo dell’intelligenza, ehe sul punto controverso non arriva più a distinguere il vero dal falso; sia della sensibilité, che si atterrisce davanti al suo dubbio; sia della volonté, ehe non puö niente né sulla intelligenza, né sull’attivité. Conviene distinguere scrupolo e ossessione. C’è, certo, un fondo comune, la presenza costante di un’idea, d’una immagine ehe la volonté non puö eliminare, ma un elemento di più interviene nello scrupolo: inquietudini di coscienza, cioè rimorsi. Il malato ossessivo ha corne tratto abituale dei proprio carattere una grande indifferenza affettiva ehe non è reale, ma è una maschera che ha imposto a se stesso per paura delle conseguenze delle proprie emozioni. D’altra parte è egoista e 16 Cf. VERGOTE A., Psicologia religiosa, Borla, Torino 1967, pp. 202-206.