Folia Theologica 6. (1995)
Mihály Szentmártoni S.J.: La confessione
FOLIA THEOLOGICA 6 (1995) 173 Mihály SZENTMÁRTONI, S.J. LA CONFESSIONE Teológia, psicologia e pastorale in dialogo Introduzione Che la confessione si trovi in crisi, lo sanno molto bene confessori e penitenti. I confessori si meravigliano, perché la gente non si confessa più, i fedeli si domandano perché confessarsi, che senso ha accusare sempre gli stessi peccati, quando si sa ehe la prossima volta si ritornerà a commetterli? Prima di entrare nell’analisi psicologica della situazione di oggi, bisogna pero fare una riflessione sulla legittimità di tale approccio. Quando uno prende la decisione di intraprendere un’analisi psicologica della confessione o di qualsiasi altra realtà religiosa, corre un doppio rischio. II primo consiste nel dichiarare che tutti gli avvenimenti religiosi e mistici sono semplicemente fenomeni psicologici, e, a proposito della confessione, si finisce per dichiarare che essa non sia altro che uno dei tanti modi di liberarsi del sentimento di colpa. I non credenti vanno dallo psicologo, i credenti si confessano e in cio non ci sarebbe nessuna differenza essenziale. Possiamo subito anticipare invece che una differenza essenziale c’è e che forse una delle ragioni della crisi della confessione sta nel fatto che abbiamo dimenticato questa differenza. L’altro rischio, ossia tentazione, sarebbe dichiarare che la confessione, essendo un fenomeno trascendentale, non rientrerebbe affatto nell’ambito della psicologia, percio gli psicologi farebbero meglio a non comprometterla con le loro analisi. La verità, come al solito, sta tra queste due posizioni opposte. È vero che la confessione comporta un elemento trascendentale che sfugge tutte le analisi psicologiche, cioè l’assoluzione sacramentale, ma tutto il resto, 1’esame di coscienza, la presa di coscienza dei peccati, la loro espressione verbale, 1’autoaccusa, 1’atto di dolore, la decisione di cambiare la vita, ecc., fanno parte dell’analisi legittima della psicologia.