Folia Theologica 3. (1992)

Imre Kocsis: La fine della morte nel rinnovamento escatologico I.

82 I. KOCSIS pagane di conoscerlo. Poichè il contesto parla di „morte” e di „lacrime”, è più logico pensare al velo di lutto. I termini in questione frD3Q.ô)î>) vengono spesso adoperati in contesto di lutto7. r " La frase che riguarda la morte veniva considerata dagli esegeti per molto tempo come un’aggiunta posteriore, perché romperebbe l’ordine logico fra i veli strappati e le lacrime asciugate. Adesso numerosi studiosi si pronunciano per la sua originalité8. L’argomento del commentatore tedes- co Wildberger ci sembra calzante, anzi decisivo9. II testo ebraico adopera, sia per „il velo” sia per „la morte”, il verbo (Y 3) nella congiunzione pi’el, il quale significa letteralmente „divorare”, „ingoiare”. In riferimento al „velo” il verbo sembra essere strano e difficilmente comprensibile. Di solito un velo non viene inghiottito. In riferimento alia morte invece il termine puö acquistarsi un senso molto profondo. Nell’AT il verbo viene generalmente usato con soggetti ehe sono strettamente colle- gati con la morte, perché la causano: „la terra” (Es. 15,12; Nm. 16,32.34; Dt. 11,6); ,,1’abisso” (Sal. 69,16); „gli inferi” (Prov. 1,12); „un pesce” (Gn. 2,1); „il coccodrillo” (Ger. 51,34). A questo proposito citiamo il commen­to di Wildberger: y 'P n wird also vorzugsweise verwendet, wenn Menschen in den Bereich der Todesmächte geraten. Der Mensch erleidet nicht einfach den Tod, sondern erfährt ihn als eine Macht, von welcher er wie von einem reissenden Tier angesprungen und überwältigt wird10. Nella profezia di Is. 25,8 Dio capovolge la situazione: la morte stessa subirà lo stesso destino che essa finora ha fatto agli uomini, cioé sara ingoiata. Anche l’inghiottimento del velo riceve cos) un senso. Insieme 7 Cfr. 2Sam. 15,30; 19,5; Ez. 24,15ss.; Est. 6,12. 8 Segnaliamo qui alcuni studi più tecnici su Is. 25,6-8, nei quali si trova una trattazione più ampia della questione: S. VIRGULIN, „II iauto convito sul Sion (Is. 25,6-8)", BibOr 11 (1969) 57-64; H. WILDBERGER, „Das Freuden­mahl auf dem Zion. Erwägungen zu Jes. 25,6-8", TZ 33 (1977) 373-383; M. DELCOR, „Il convito d'immortalità sul monte Sion nell'era escatologica secondo Is. 25,6-9 alla luce della letteratura ugaritica", in: Studi suli'apocalit- tica, Brescia 1987, 201-210. 9 Cfr. H. WILDBERGER, Jesaja 13-27, Neukirchen-Vluyn 1978,967. 10 Ibid., 967.

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