Folia Theologica et Canonica 10. 32/24 (2021)

Ius canonicum

210 ALPHONSE BORRAS La socializzazione ecclesiale nella [ultra]modemitá si gioca, almeno ai miei occhi, nella validazione comunitaria (condivisione di esperienze per affinitä) che presuppone a monte la validazione individuale (esperienza personale) e conduce a valle alia validazione istituzionale'0. Possiamo vedere come, a livel­­lo dottrinale (credere), etico (vivere) e rituale (celebrare), onorare questa con­­valida reciproca per affinitá si rivela una grande sfida per la Chiesa cattolica nel momento in cui privilegia la convalida istituzionale del credere, ehe impli­ca, in particolare, trasmettere contenuti, inculcare regole e determinare atteg­­giamenti. Nelle societä tradizionali e rurali, la conoscenza e le credenze si trasmette­­vano pacificamente attraverso la socializzazione e i rituali con i quali gli indi­vidui ricevevano il loro status e il loro ruolo cosi come la loro identitá dalia loro appartenenza a questa societá cristiana. La pastorale organizzava lo spa­­zio in parrocchie, sorvegliava le popolazioni attraverso i sacerdoti, ministri per antonomasia della Chiesa, e trasmetteva la dottrina - i contenuti della fede - attraverso l’insegnamento. Le rappresentazioni sociali dei fedeli (fr. l’imagi­­naire ecclésial) e soprattutto dei pastori sono ancora largamente alimentate da questa visione delle cose. Ma oggi la pastorale non puö piü contare sulla rete parrocchiale a causa della mobilitá e deH’urbanizzazione diffusa. Non esercita piú il controllo so­ciale che una volta era inerente alia divisione territoriale a causa dell’indivi­­dualizzazione e della fluiditá delle relazioni interpersonali e collettive. Data la diminuzione dei numero di sacerdoti, in gran parte correlata alia diminuzione dei numero di cattolici, non puö piú fomire 1’orientamento religioso o la socia­lizzazione cristiana, ehe un tempo era responsabilitá della comunitá locale e della famiglia, né puö trasmettere veramente il contenuto della fede, poiché questo cade a pezzi quando manca 1’esperienza personale. Nella Chiesa cattolica, come nella societá, le forme di aggregazione sono oggi piú chiaramente segnate da una sociabilitá di affinitá tra individui che desiderano condividere le loro esperienze. I legami sociali tendono quindi ad essere forgiati sulla base di reti piuttosto ehe di gruppi, e le affiliazioni religio­se, una volta concepite come globali, si stanno spezzando a favore di varie forme di bricolage religioso. In questo contesto di eclettismo religioso, l’appar­­tenenza credente non coincide piú necessariamente con un'appartenenza tota­­lizzante a un’istituzione religiosa, o addirittura con un’appartenenza in asso- 10 10 L’essere umano contemporaneo, come individuo, verifica e sperimenta ciö ehe é buono, benefi­co e salutare per lui (validazione individuale), ma alio stesso tempo cerca di condividere la sua esperienza e cerca relazioni di affinitá per essere confermato in ciö che vive (validazione comu­nitaria). E in questo contesto ehe la convalida istituzionale, ora indebolita, gioca ancora il suo ruolo nella misura in cui offre un quadro per la convalida individuale e comunitaria delle cre­denze. Su questa tripla convalida, possiamo leggere le riflessioni di Hervieu-Léger, D., Le pé­­lerin et le converti. La religion en mouvement, Paris 1999. 187.

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