Folia Theologica et Canonica 9. 31/23 (2020)

Sacra theologia

UNIVERSALISMO CATTOLICO E PARTICOLARISMO NAZIONALE IN UNGHERIA... 51 1921 della Conferenza Episcopale sui mantenimento della sua giurisdizione integrale.34 In questa situazione complessa la Santa Sede ha formulate la propria posi­­zione solo gradualmente. Benché all’inizio del 1919 il nunzio di Vienna Teo­dora Valfré di Bonzo, facendo riferimento a considerazioni di ordine pastorale non escluse la possibilitá di sostenere il cambiamento dei confini delle dioce­­si,35 la Congregazione degli Affari Ecclesiastici Straordinari nelle sue sessioni del 28 giugno e del 14 dicembre del 191936 rimando la decisione a dopo la firma del trattato di pace, calmando cosi la gerarchia ungherese. Nell’estate del 1920, in seguito alia firma del trattato di pace del Trianon, papa Benedetto XV assicurö Csemoch ehe lo incontrö a Roma ehe la Santa Sede, nonostante le richieste urgenti degli stati successori non intendeva operare in maniera affrettata la trasformazione della struttura ecclesiastica del vecchio Regno di Ungheria. Alio stesso tempo assicurö il primate ungherese ehe nell’ambito delle trattative ehe si sarebbero avviate sei mesi dopo la ratifica del trattato di pace, il parere dei vescovi ungheresi sarebbe stato naturalmente preso in con­­siderazione nel definire i novi confini delle diocesi.37 Nel primo periodo le parti delle diocesi ehe erano state separate dalia sede vescovile tramite i nuovi confini di stato furono sottoposte alia guida dei vica­­ri episcopali. I govemi locali perö non vedevano di buon occhio il fatto ehe alia guida delle unita di govemo ecclesiastico dei loro territorio stavano vicari sottoposti alia giurisdizione di un vescovo con sede in uno stato straniero. Cosi per esempio in Cecoslovacchia il govemo non vedeva di buon occhio nemme­­no l’attivitá del vicario arcivescovile Frantisek Richard Osvald, di sentimenti filo-slovacchi ehe Csemoch aveva nominato come gesto verso il nuovo stato. Nel Regno dei Serbi, Croati e Sloveni invece, la conferenza episcopale locale chiese invano al vescovo di Kalocsa, L. Árpád Várady tramite il segretario di stato cardinal Gasparri e il nunzio apostolico di Budapest di nominare un vi­cario generale per la parte della sua arcidiocesi ehe giaceva a sud dei confine di stato, il govemo di Belgrado non era disposto a riconoscere il vicario nomi­nato, siccome vedeva nella sua attivitá la lesione della sua sovranitá.38 Coi 34 Verbale della conferenza episcopale dei 10 febbraio 1921. Beke, M., A magyar katolikus püs­pökkari tanácskozások, 72. 35 Vedi p. e. il dispaccio del nunzio Valfré di Bonzo al Card. Gasparri. 18 gennaio 1919. ASRS AA.EE.SS., Austria-Ungheria, 1919, pos. 1320, fasc. 519, ff. 41r-44r. Riprodotto da: Hrabo-vec, E., Slovensko a Sväta stolica, 110. 36 Raduno della Congregazione per gli Affari ecclesiastici straordinari. 28 giugno 1919. ASRS AA.EE.SS., Rapp. Sess., 1919, n. 1227, stampa 1065. Riprodotto da: Hrabovec, E., Slovensko a Sväta stolica, 167-171, Raduno della Congregazione per gli Affari ecclesiastici straordinari. 14 dicembre 1919. ASRS AA.EE.SS., Rapp. Sess., 1919, n. 1231, stampa 1071. Ibid. 191-194. 37 Verbale della conferenza episcopale del 27 ottobre 1920. Beke, M., A magyar katolikus püspök­kari tanácskozások, 59-60. Salacz, G., A magyar katolikus egyház, 131. 38 Valente, M., Diplomázta pontificia, 125-126.

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