Folia Theologica et Canonica 6. 28/20 (2017)

SACRA THEOLOGIA - Géza Kuminetz, La conoscenza delle norme del diritto naturale e il valore teologico della teoria del diritto naturale nella filosofia del diritto di Sándor Horváth O. P

LA CONOSCENZA DELLE NORME DEL DIRITTO NATURALE... 29 zi” e “luci”, con l’aiuto di questi possiamo arrivare a riconoscere e dedurre altri norme e regole. La vita quotidiana esige anche la guida concreta. Horváth dis­cerne due modi della positivazione: 1) la conclusione e 2) la determinazione positiva (determinano). Attraverso la conclusione, secondo le regole del sillo­gismo, si può trovare nuovi principi, che sono ancora molto generali. Queste sono denominate da San Tommaso i primi principi del diritto della natura (Pri­ma principia, communia principia, praecepta communis sima).14 Per esempio: “non far del male alla vita altrui, ad ognuno dà quello che è suo, obbedisci ai legislatori della società (...) e in genere la seconda tavola dei Dieci Comanda- menti.” Allo stesso modo attraverso la conclusione si possono trovare regole tutto concrete. Queste sono i principi secondari e successivi del diritto naturale. L'altro modo del spiegamento del diritto naturale è la determinazione positiva. Viene dato ad esempio un principio generale: il superfluo è da donare ai fini della società. Partendo da essa, si possono derivare molte regole concrete e se è necessario sono i legislatori stessi che ne determinano. Questo è la determina­zione. Per esempio: dona in beneficenza il dieci percento del superfluo dei tuoi redditi! In queste due determinazioni, modi vede Horváth diversi valori: “le re­gole di conclusione, anche se sono prescritte dal diritto positivo, non perdono il valore e la validità del diritto naturale. La persona che agisce è sottoposto a due punti di vista: nella forza del diritto naturale e della legislazione pratica. Nel ca­so della definizione della restrizione pura e dell’azione concreta invece dobbia­mo cercare la forza obbligatoria soltanto nella parola del potere. Si può aderire l’obbligazione al diritto naturale anche in un altro modo, ma di fronte al potere pratico possiamo difenderci solo medienta le prescrizioni (...) Prima che qual­cosa entri in vigore, se ne può discutere in nome del diritto naturale, su che cosa è meglio, dato che dallo stesso principio si possono dedurre varie conseguenze e tutte queste cose possono essere utilizzate per formare determinazioni con­creti. Ma dopo la decisione bisognarebbe chiudere il discussione e la libertà si dovrebbe manifestarsi soltanto nella sottomissione obbediente. Lo sfondo del diritto naturale ci autorizza in questo caso sull’epikeia. quando la decisione po­sitiva diventa nociva, oppure nel caso in cui non si può mantenerla; il diritto na­turale dà la possibilità di decidere tra le varie deduzioni fatte”.15 Nella definizione del diritto naturale gioca un ruolo importante anche il segu­ente fattore: la visione duplice della natura umana. Horváth lo definisce come “duplice fonte del diritto” che deve essere considerata dall’ordine giuridico.16 14 Questi espressioni così non si trovano da Horváth. 15 Horváth, S., A természetjog rendezd szerepe, 13-14. Naturalmente si può discutere sulla cor­rettezza della legge in uso, sulla definizione delle circostanze, con la consapevolezza di dover seguire la legge proclamata e non annullata da parte degli uffici competenti. Fanno eccezione quelle leggi che offendono il diritto naturale. 16 Di questo abbiamo già trattato nel capitolo riguardante la natura.

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