Folia Theologica et Canonica 6. 28/20 (2017)

RECENSIONS

262 RECENSIONS tiche affrontate nei quattordici capitoletti che spaziano dalle nuove schiavitù e Timmigrazione alla satira, la libertà della Chiesa e la libertà religiosa; dal dirit- to/amore, giustizia/misericordia e legalità alle adozioni, i laici cristiani e volon­tariato alle Nazioni Unite, Istituzioni, cioè quello proprio del giurista, che da­vanti alle varie problematiche si pone sempre nella prospettiva del giusto. L’altro aspetto di originalità è dato dal fatto che i contenuti dei vari capitoli so­no anche il risultato di un proficuo confronto e discussione sulle diverse tema­tiche con gli studenti, e quindi hanno il vantaggio di un contributo in ogni caso specifico, “fresco” e libero. Infine, l’originalità è data anche dal fatto che gli ar­gomenti trattati sono stati affrontati sotto la sollecitazione di eventi della quoti­dianità cosa che ne spiega il carattere variegato, ma anche la grande attualità. Allo stesso tempo le varie e diverse problematiche sono valutate alla luce di quella Dottrina Sociale della Chiesa, cosa che dà loro omogeneità nella propos­ta di soluzioni, preoccupata per la realizzazione della dignità della persona e della società umana. Nell’introduzione FA. prendendo atto dalla realtà della Chiesa post-concilia- re, sollecitata a rinnovarsi nella fedeltà all’irrinunciabile deposito della fede, ma segnata e spesso lacerata da fughe in avanti (teologia della liberazione) ed uno statico fondamentalismo di tradizionalismi miopi (lefebvriani), evidenzia che tutto questo ha fatto ritenere sorpassata la Dottrina Sociale della Chiesa “(...) vale a dire le elaborazioni dottrinali su quel complesso di principi, inseg­namenti e direttive indicati dal magistero ecclesiastico per orientare la vita poli­tica, economica e sociale secondo gli insegnamenti evangelici” (pp. 9-10). Alla luce di questa presa d’atto sono ripercorsi i momenti salienti della Dottrina So­ciale della Chiesa partendo quindi dal documento che ne ha in un certo modo certificato la nascita, la Re rum novarum di Leone XIII (1891) fino al magistero degli ultimi pontefici. In detto excursus si evidenzia che la convinzioni di alcu­ni, come del P. Chenu, all’indomani della Gaudium et spes (1965) della fine della Dottrina Sociale per il suo non essere altro che una ideologia cattolica, in­sieme di affermazioni e direttive costituenti una dottrina, nata in un determina­to contesto storico e quindi destinato ad essere superato nel divenire della sto­ria, non ha trovato riscontro nella realtà. Invece, gli sviluppi successivi hanno dimostrato la sua attualità ed originalità, come una categoria a sé ed una sua accurata formulazione. Suo scopo principale è d’inteipretare tali realtà, esami­nandone la conformità o difformità con le linee dell’insegnamento del Vangelo sull’uomo e sulla sua vocazione terrena e insieme trascendente; per orientare, quindi, il comportamento cristiano. “Essa appartiene, perciò, non al campo de\V ideologia, ma della teologia e specialmente della teologia morale (...) una dottrina indirizzata a guidare la condotta delle persone” (S. Giovanni Paolo II). Benedetto XVI ha arricchito l’apporto con l’aver evidenziato le ricadute dell’amore di Dio sull’ordine sociale e politico, nei rapporti tra giustizia e carità (cf Deus caritas est e soprattutto Caritas in ventate, n. 56). Papa Francesco toc-

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