Folia Theologica et Canonica 6. 28/20 (2017)
RECENSIONS
260 RECENSIONS è seguita al concilio di Nicea, quando il mondo si ‘svegliò ariano’: adesso la cristianità si è trovata secolarista, solo che non si è ancora svegliata. O forse la nostra epoca è simile a quella seguita al Concilio di Costanza, da cui uscì solo con la tragedia della Riforma protestante e con le asperità della Riforma cattolica. Vero è che quelle due epoche furono anche tra le più ricche di nuovi fermenti e di autentici impulsi di rinnovamento. E così io credo sia questo. Il Signore è vivo e sa usare anche le nostre sciocchezze per operare i suoi prodigi. Ma questo non significa né che dobbiamo sforzarsi di essere sciocchi né che dobbiamo perseverare fino alla fine nell’esaltare, quando le incontriamo, le apostoliche grullerie” (27-XII-1980). Valutazioni chiare, oggettive e rispettose, come del resto tutte le altre che abbiamo qui riportato e le molte altre che si potranno leggere nel testo, ma che sicuramente "urteranno” più di qualcuno. Perché? Dire la verità ed accettare la verità, non è mai qualcosa che può essere data per scontata, anzi, purtroppo, è di esperienza comune come la realtà è ben diversa. Oggi sembra quasi che nei rapporti a livello sociale, politico, ecclesiale e religioso, sia l’eccezione trovare qualcuno che dice la verità, mentre la regola sembra essere la menzogna, la falsità con tutte le loro nefaste conseguenze nei rapporti interpersonali. Le persone, e questo risulta ancora più scandaloso in quelle di Chiesa, sembrano a volte avere paura della verità, fino ad arrivare a "difendersi” da essa, non rendendosi conto che è la verità che ci difende e che noi non abbiamo nessun potere su di essa (cf 2 Cor 13, 8). Ma al di là di tutto, i vari testi costituiscono un proficuo materiale per coltivare la propria fede in quanto sono scritti da un sacerdote sempre in tensione a Cristo verità, cosa che non dispensa dalla fatica e dall’inquietudine: “(...) siamo chiamati a scegliere tra l’assurdo e il mistero; tra il non-senso e il suicidio della ragione, e la resa a una verità che penosamente ci oltrepassa e ci eccede. E poi, se solo nel Figlio di Dio Crocifìsso l’uomo si salva dall’insignificanza (...), come mai di fatto non lo conoscono, come mai non si riesce a farlo conoscere? E come mai, in questo oscuro oceano di pene, si debba sperimentare l’inefficacia, e quindi l’inutilità, della preghiera che chiede sollievo?” (22-VIII-1983). Il volume è pieno di queste analisi profonde e realistiche e qualche volta addirittura inquietanti che vale la pena di leggere e meditare, cosa che senza dubbio arricchirà il lettore da diversi punti di vista. Per questo di notevole aiuto risulta essere la lunga introduzione, di carattere cronologico e tematico, fatta dalla stessa destinataria delle lettere e curatrice della loro pubblicazione. Infine, è da segnalare che il testo è preceduto da una Prefazione del Card. C. Caffarra e si conclude con la Postfazione di S. Ecc.za Mons. M. M. Zuppi, cioè dei due immediati successori del Card. Biffi sulla sede di san Petronio. Cosa altamente significativa in quanto entrambi hanno così concretamente testimoniato la loro comune riconoscenza per l’alto magistero svolto dal loro predecessore in favore del Popolo di Dio che è in Bologna.