Folia Theologica et Canonica 4. 26/18 (2015)

SACRA THEOLOGIA - Izsák Török, Come poter aiutare meglio i nostri pazienti credenti. Illustrazione tramite due casi

FOLIA THEOLOGICA ET CANONICA (2015) 89-102 Izsák Török COME POTER AIUTARE MEGLIO I NOSTRI PAZIENTI CREDENTI. ILLUSTRAZIONE TRAMITE DUE CASI Introduzione; I. Il caso di una persona ossessiva-compulsiva; II. Una terapia possibile per una persona ossessiva-compulsiva; III. Il caso di una persona borderline; IV. Una terapia possibile per una persona borderline; V. Chi riesce ad aiutare meglio, lo psicologo o il sa­cerdote?; Conclusione Introduzione Il motivo esatto per scrivere questo articolo è il sempre più frequente cercare gli psicologi cattolici credenti - probabilmente sacerdoti - da parte dei laici/laiche per risolvere oltre qualche difficoltà a livello psichico anche problemi legati al­la fede e al credere cristiano. Mi ero fatto spesso la domanda: perché? Perché, quando ci sono anche degli psicologi cristiani in Ungheria? Forse ci sono, ma non abbastanza e manca per loro una base dell’educazione teologica in merito? Oppure, perché i nostri psicologi non sono esperti in materia del credere cristi­ano e vedono ancora l’opposizione tra psicologia e spiritualità? Ma forse il loro modo di ’trattare’ la religiosità e la spiritualità è assai superficiale, senza darle importanza nella vita del paziente oppure hanno fatto forse più male, confon­dendo la spiritualità cristiana con qualsiasi religione di moda, qualche volta sincretica, ma probabilmente di tendenza? Negli ultimi anni ho curato persone cattoliche che, prima di passare da me sono state da uno psicologo e qualche volta anche da un sacerdote, senza rice­vere una terapia e cura veramente adeguate: sia lo psicologo che il sacerdote hanno adottato qualche posizione teoretica e pratica ’estremista’: o si riferivano alla ’magica’ neutralità (gli psicologi) oppure adoperavano una pratica di tipo ’imposizioni delle mani per scacciare via il male’ (sacerdoti) una volta per sempre ! Nelle prossime righe cercherò di rivisitare la problematica del rapporto deli­cato di religione-psicologia attraverso due casi, nei quali volevo aiutare a miei pazienti anche nel campo della religione cristiana. Questi due casi mi rafforza­vano nella mia convinzione, che sia lo psicologo, sia il rappresentante della re­ligione cristiana devono trattare la persona nella sua interezza e non solo una parte di essa, e che il miglioramento di una sua parte - credere cristiano o vita

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