Folia Theologica et Canonica 4. 26/18 (2015)

IUS CANONICUM - Nicolás Alvarez de las Asturias, 11 Codice di Diritto Canonico di 1983: sua storia e nella storia (Considerationi al margine sulla quaestio del contributo del Diritto Canonico alla vita della Chiesa)

250 NICOLAS ALVAREZ DE LAS ASTURIAS suo posto. Pertanto, senza nulla togliere, al valore della teologia del diritto ca­nonico come disciplina autonoma22, credo tuttavia, che la scienza canonica - se vuole compiere la sua missione specifica - deve strutturarsi intorno ai tre livelli propri di tutte le conoscenze giuridiche: fondamentale, positivo e applicativo23. È necessario, pertanto, una teoria fondamentale del diritto canonico, come il sa­pere specifico che cerca di determinare le relazioni di giustizia derivanti dalla natura della Chiesa24. Allo stesso modo, è essenziale non dimenticare la natura tipicamente pratica di scienza canonica, per cui la giustizia deve attuarsi, e non solo esser conosciuta. Alla luce di questa affermazione, la “tecnica” cessa di es­sere semplicemente “tecnica”, per diventare parte integrante di una disciplina che persegue uno scopo specifico (che è la realizzazione della giustizia) come proprio oggetto. Da parte sua. l'immagine del triangolo evidenzia che la preoccupazione circa l’attuazione della giustizia nella Chiesa è stata una costante in tutta la sua sto­ria, avendo come risultato una storia disciplinare bimillenaria, che si può co­noscere attraverso i suoi principali monumenti (le collezioni del primo millen­nio, il Corpus Iuris Canonici, il codice piano-benedittino). La continuità tra essi, renderebbe possibile stabilire la continuità essenziale con il momento ori­ginario e fondante della Scrittura. Ma anche questa immagine richiederebbe una corretta ermeneutica. In primo luogo, è necessario chiarire di quale continuità stiamo parlando. Certamente può essere una continuità materiale. Si è già osservato, per quanto riguarda il codice attuale, il grande numero di canoni ispirati al codice prece­dente, oltre alcuni che sono quasi una riproduzione letterale. È quindi opportu­no dire che siamo di fronte ad un mescolanza tra elementi vecchi e nuovi, in cui - seguendo il paragone evangelico - la novità è chiamata a strappare il vec­chio? Ritengo che la risposta a questa domanda - al di là di quanto possa dedursi dallo studio dettagliato della storia della redazione del codice del 1983 - possa esser chiarita alla luce di quello che dovrebbe esser considerato come l’approc­cio fondamentale alla storia del diritto canonico. È chiaro che in essa si possono trovare sia modelli, sia precedenti o alterna­tivi a questioni particolari della legislazione attuale. Logicamente, questi app­rocci offrono abbondante materiale di riflessione per il canonista. Tuttavia, se 22 Cf. Rouco Varela, A.M., La novedady la necesidad eclesial de la fundamentación teològica del Dereclw Canònico, in Rouco Varela. A. M., “Ecclesia et ius”. Escritos de derecho canò­nico y concordatario, Madrid 2014. 35-54. 23 Vid., al riguardo, Martinez Doral. J. M., La estructura del conocimiento jurtdico, Pamplona 1963. 24 Una breve descrizione del ruolo che aspetterebbe a questa disciplina, si può vedere in Herva- da, J., Pensamientos de un canonista en la bora presente, Pamplona 2004. 66. Uno sviluppo di questa materia si può trovare nell’opera citata sopra in nt. 16.

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