Folia Theologica et Canonica 4. 26/18 (2015)
IUS CANONICUM - Nicolás Alvarez de las Asturias, 11 Codice di Diritto Canonico di 1983: sua storia e nella storia (Considerationi al margine sulla quaestio del contributo del Diritto Canonico alla vita della Chiesa)
244 NICOLAS ALVAREZ DE LAS ASTURIAS stessa cosa potremmo dire per quello attuale. È compito dello storico, pertanto, mostrare il contesto in cui il nuovo codice è stato concepito e elaborato. Sua origine, si è già individuata, è stata l’iniziativa di papa san Giovanni XXIII. I motivi di papa Giovanni devono mettersi in rapporto con quelli che l’hanno portato alla convocazione del Concilio Vaticano II, solitamente sintetizzati con la parola aggiornamento. Questo aggiornamento fu da subito colto come un andare oltre l’inclusione nel vecchio codice della legislazione successiva; per questo venne posto in relazione con il profondo rinnovamento teologico e pastorale, frutto del Concilio. La decisione di rinviare i lavori di revisione-riforma del codice fino alla chiusura del Concilio, bene vogliono esprimere l’intenzione di farli coincidere con il momento della sua prima applicazione e ricezione, e proprio questo delicato momento deve esser considerato il contesto storico in cui inquadrare i lavori della Commissione. Si tratta di un contesto che ha le seguenti caratteristiche: Prima. Dal punto di vista sociale ma anche ecclesiale, è un contesto fortemente segnato da quello che potremmo chiamare un complesso antigiuridico. L'identificazione secolare tra diritto e norma positiva aveva convertito tutto quanto si considerava giuridico come nemico delle esigenze che, stando alla base del movimento del maggio 1968, segnarono profondamente molti aspetti della vita intellettuale dell’Occidente nel decennio posteriore. Dal punto di vista ecclesiale, il rinnovamento teologico del Vaticano II era proprio il superamento di una teologia (specialmente dell’ecclesiologia, della morale e della liturgia) che enfatizzava gli elementi giuridici a discapito di quelli teologici. Infine, occorre non sottovalutare F influsso delle visioni protestanti, sintetizzate in modo paradigmatico nell’opera di Rudolph Sohm, che giunse a negare il carattere giuridico della stessa Chiesa. Seconda. Dal punto di vista strettamente ecclesiale, la prima ricezione del Vaticano II avvenne in un clima tremendamente confuso, fino al punto che ancora nel 1975, Falióra cardinale Ratzinger, ebbe a dire che la ricezione in senso teologico, non era ancora iniziata15. Sono gli anni in cui la distanza tra il “testo” e il cosiddetto “spirito” del Concilio acquisisce ampie proporzioni e solo lo “spirito” viene richiamato per ogni tipo di esperimento e d’iniziativa. Terza. Dal punto di vista magisteriale, sono anni di continui interventi, prima del beato Paolo VI, e dopo di san Giovanni Paolo II. In questi interventi si andavano a identificare i nuclei principali della dottrina conciliare, che dovevano stare alla base del rinnovamento canonico, per promuovere una ricezione autentica del Vaticano II, specificando il suo senso reale, tanto chiaro nei suoi testi, eppure tanto oscurato da questo contesto, appena descritto. 15 Vid. i riferimenti in Routhier, G., La reception d’un concile. Paris 1993. 78 e nt. 34.