Folia Theologica et Canonica 4. 26/18 (2015)

IUS CANONICUM - Bruno Esposito, O.P., La fede come requisito per la validitá del matrimonio sacramentale?

LA FEDE COME REQUISITO... 187 Quindi, non si tratta di “risolvere in qualche modo” delle tristi situazioni dei nostri giorni, ma soprattutto di recuperare e far recuperare i valori ed i beni del matrimonio cristiano. La misericordia non può essere mai intesa come giustifi­cazione di un comportamento oggettivamente sbagliato ed incompatibile con il dato rivelato (e che in quanto tali sono prima di tutto ed essenzialmente contro il vero bene della persona interessata), ma esige che si aiuti l’altro (facendosi in concreto suo prossimo) a prendere coscienza del suo sbaglio e questo solo ed esclusivamente per quella carità fraterna che ha a cuore il bene dell’altro, ma che non è sempre detto venga recepita come tale, e questa è una possibilità che spesso, purtroppo, si realizza60. La Chiesa ha la missione di essere strumento di salvezza per gli uomini e le donne di oggi annunciando continuamente, oppor­tune et importune (cf 2 Tm 4, 2), il fine beatifico iscritto nella loro natura e che ne determina il loro essere ed il loro agire. Il significato di frasi che troviamo nell’A. T e nel N. T. come: “Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e saranno una stessa carne” (Gn 2, 24), “Quello dunque che Dio ha congiunto, l’uomo non lo separi” (Mr 19, 4); “Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così” (Mt 19, 8); “Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, com­mette adulterio” (Me 10, 11-12); ’’Agli sposati poi ordino, non io, ma il Signo­re: la moglie non si separi dal marito - e qualora si separi, rimanga senza spo­sarsi o si riconcili con il marito - e il marito non ripudi la moglie” (1 Cor 7, 10-11); o anche l’ammonimento di san Giovanni Battista ad Erode non ti è le­cito tenerla (cf Mt 14,4; Me 6, 18), continuano ad essere vere e ad avere soprat­tutto oggi un profondo valore: valutazione di un comportamento contradditto­rio e sbagliato e chiara indicazione della scelta giusta che risponde e realizza veramente il desiderio di felicità iscritto nel cuore dell’essere umano da Dio stesso61. La Chiesa ha oggi la missione, che è una vera e propria sfida, di rius­60 Al riguardo pensiamo opportuno il rinvio, tra i molti, ai seguenti passi del N. T.: “Se il tuo fratel­lo commette una colpa, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sul­la parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all’assemblea; e se non ascolterà neanche l’assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano” (Mt 18, 15-17); “La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gon­fia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male rice­vuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità” (/ Cor 13,4-6). 61 Illuminanti e da tenere presenti, sulla predicazione di Cristo, le seguenti riflessioni dell’indi­menticabile Card. Biffi: “Ma questo è da notare: quanto più cresce l’incomprensione degli as­coltatori e la chiusura del loro cuore alle prospettive divine, tanto più il discorso di Gesù si fa in­calzante, esigente, fino a diventare, si direbbe, addirittura provocatorio. Ai Giudei, che non riescono a cogliere il valore e il significato della sua origine dal cielo, assillati come sono dai problemi materiali della loro vita terrestre, Gesù non cerca di facilitare le cose, non attenua il suo annuncio, non cala di prezzo (...).

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