Folia Theologica et Canonica 4. 26/18 (2015)

IUS CANONICUM - Bruno Esposito, O.P., La fede come requisito per la validitá del matrimonio sacramentale?

LA FEDE COME REQUIS ITO... 177 intentio generalis nel ministro del sacramento del matrimonio interpretata quale intenzione almeno di costituire un patto di diritto naturale, nella giurisprudenza rotale si è per decenni dedotta l’irrilevanza dell’assenza di fede in sé. L'esclusio­ne assoluta e prevalente della sacramentalità era invece considerata implicita­mente escludente anche la dimensione naturale del vincolo coniugale (attesa l’inseparabilità delle due realtà) e dunque l’intero patto, solo ove posta in modo prevalente, da cui la conclusione che ci si trovava di fatto davanti alla simula­zione totale. In proposito il Gasparri aveva formulato nel suo Tractatus quella nota defini­zione secondo la quale si ha valore irritante dell’intenzione allorché il nubendo formi il proprio consenso a tal punto contrario al sacramento, da condizionare la validità dell’intero coniugio alla non sacramentalità dello stesso: “Contrailo te­cum sed nolo Sacramentum et si Sacramentum fieret tunc nolo matrimonium”45. Si trattava, in realtà di un’ipotesi di condizione depraesenti impossibilis sebbene, a partire da una decisione c. Persiani del 27 agosto 1910 in poi4*, la fattispecie sia stata ordinariamente interpretata quale ipotesi di simulazione totale. A seguito delle istanze provenienti dalla dottrina sopra accennata, la giuris­prudenza rotale ha però ammesso in una sua fase storicamente ben limitata, la possibilità che l'assenza di fede o l’esclusione della sacramentalità potessero incidere sulla validità del consenso, inquadrando variamente la fattispecie47. 45 Gasparri. P., Tractatus canonicus de matrimonio, Civitas Vaticana 1922. 86, n. 907. 46 Cf c. Persiani, diei 27 Augusti 1910, in SRRDec., II. 313-334; c. Cattaui Amadori, 28 Februarii 1923, in SRRDec., XV. 21-38; c. Grazioli, diei 18 Mártii 1932, in SRRDec., XXIV. 107-116; c. Staffa, diei 5 Augusti 1949, in SRRDec., XLI. 468-472; c. Mattioli, diei 27 Februarii 1953, in SRRDec., XLV. 148-157; c. Doheny, diei 22 Iunii 1953, in SRRDec., LV. 450-456; c. Pinna, diei 31 Mártii 1955, in SRRDec., XLVII. 286-293; c. Filipiak, diei 14 Iunii 1957, in SRRDec., XLIX. 490^194; c. Mattioli, diei 11 Decembris 1957, in SRRDec., XLIX. 808-813 (affermativa per esclusione boni sacramenti); c. Doheny, diei 18 Februarii 1959, in SRRDec., LI. 367-371; c. Doheny, diei 10 lulii 1959, in SRRDec., LI. 367-371 (affermativa per esclusione del bonum sacramenti)', c. Pasquali, diei 28 lulii 1960, in SRRDec., LII. 428-432; c. Doheny, diei 17 Ápri­lis 1961, in SRRDec., LUI. 184—189; c. Rogers, diei 9 Novembris 1962, in SRRDec., LIV. 569- 576; c. Masala, diei 20 Novembris 1969, in SRRDec., LXI. 1032-1040; c. Pompedda, diei 09 Maii 1970, in SRRDec., voi. 62, pp. 475—481, c. Fiore, diei 17 lulii 1973, in SRRDec., voi. 65, pp. 591-599; c. Bejan, diei 21 Novembris 1973, in SRRDec., LXV. 774-783; c. De Jorio, diei 23 Április 1975, in SRRDec., LXVII. 351-358; c. Stankiewicz, diei 29 Ianuarii 1981, in SRRDec., LXXIII. 44-56; c. Ragni, diei 13 Maii 1981, in SRRDec., LXXIII. 248-258; c. Burke, diei 23 Iunii 1987, in SRRDec., LXXIX. 393-397; c. Burke, diei 2 Maii 1991, in RRDec., LXXXIII. 291- 302; c. Burke, diei 18 Maii 1995, in RRDec. LXXXVII. 291-303; c. De Angelis, diei 10 Mártii 2006, in Archivio della Rota (da ora in poi A) 28/06; c. Bottone, diei 12 Maii 2006 in A. 56/06. N. B.: Tra le sentenze post-conciliari sono state qui inserite anche decisioni che pur non avendo concordato il dubbio per simulazione totale, tuttavia trattano il problema della sacra­mentalità oppure della deficienza di fede aderendo alla giurisprudenza tradizionale. 47 Cf c. Serrano, diei 18 Április 1986, in SRRDec., LXXVIII. 287-298; c. Boccafola, diei 15 Feb­ruarii 1988, in RRDec., LXXX. 87-92; c. Bruno, diei 26 Februarii 1988, in RRDec., LXXX. 166-167; decr. c. Bruno, diei 24 Februarii 1989, in RRDecr., LXXXI. 33; c. Corso, diei 30 Maii

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