Folia Theologica et Canonica 3. 25/17 (2014)
IUS CANONICUM - Helmuth Pree, Questioni interrituali e interecclesiali nell’amministrazione Dei sacramenti
230 HELMUTH PREE Conclusione e prospettiva Dalle brevi riflessioni risulta che l’amministrazione valida e lecita dei sacramenti acattolici a livello tanto interrituale (intra-cattolico) quanto interecclesia- le (interconfessionale) presuppone sempre che tutti i requisiti del proprio ordinamento siano soddisfatti, e che, inoltre, i requisiti dell’altro ordinamento vengano osservati nella misura del possibile. La attuale mancanza di regole di collisione - a prescindere da alcune eccezioni - comporta notevoli incertezze giuridiche, anche nel campo dell’amministrazione dei sacramenti, in particolare se le regole dei rispettivi ordinamenti non sono compatibili tra di loro. Finora abbiamo a mano soltanto alcune regole più o meno sporadiche che servono alla coordinazione degli ordinamenti giuridici ecclesiali, cioè offrono dei criteri per decidere, quale ordinamento dev’essere applicato in una determinata materia oppure in un elemento di una fattispecie, che coinvolge persone o cose di più ordinamenti giuridici. Sembra essere molto auspicabile, se non necessaria una regolamentazione sistematica - almeno la fissazione di criteri - delle relazioni giuridiche inter- ordinamentali, vuol dire, fra gli ordinamenti giuridici cattolici tra di loro (inter- rituali) nonché di questi con quelli delle Chiese separate e delle Comunità ecclesiali (interecclesiali, interconfessionali) e, in ultima analisi, anche interreligiosi, vuol dire riguardo alle relazioni della Chiesa cattolica con delle Comunità religiose non cristiane. Tale normativa sarebbe pensabile o come regolamentazione unilaterale (p. es. del diritto canonico in merito alle sue relazioni con altri ordinamenti) - in questo caso si tratterebbe dell’analógon canonico del Diritto Intemazionale Privato (“Law of the Conflict of Laws” oppure “Kollisionsnor- men”S9) nell'ambito statale, però con delle peculiarità inconfondibili - oppure come regolamentazione per la Autorità superiore comune (la Potestà Suprema della Chiesa in merito alle relazioni interrituali cattoliche) oppure mediante delle convenzioni interconfessionali o interreligiose. La opportunità o necessità di porre mano a tale impresa esigente risulta, fra l’altro, dalla mobilità umana (migrazioni, presenza di più giurisdizioni sullo stesso territorio), motivi dell'ecumenismo (con riferimento ai rapporti interconfessionali), come anche dell'interesse della Chiesa per il dialogo con le Religioni non cristiane. 59 Cfr. Primetshofer, B., Interrituelles Verkehrsrecht im CIC, in Pree, H. - Kremsmair, J. (Hrsg.), Ars Boni et Aequi. Gesammelte Schriften von Bruno Primetshofer, Berlin 1997. 273-294, 294). Heldrjch, A., Internationales Privatrecht, in Staatlexikon, III. Freiburg-Basel-Wien 1987.7 165-170.