Folia Theologica et Canonica 3. 25/17 (2014)

SACRA THEOLOGIA - Péter Erdő, Leggi ingiuste e liberta religiosa

LEGGI INGIUSTE E LIBERTA RELIGIOSA 13 L’estrema complicatezza delle questioni comporta il rischio di perdere la fidu­cia nei giudizi morali e di rinunciare ad una visione d’insieme che permettereb­be un giudizio di valore". Anche se tutto ciò fosse possibile, resta il problema della scelta degli scopi della legislazione. Senza il riconoscimento di un bene comune oggettivamente fondato, ossia senza rispondere alla domanda della finalità dell’esistenza dell’­essere umano e dell’umanità, sembra impossibile che sia i sistemi morali che il diritto possano funzionare. La regolamentazione del comportamento sociale affronterà la tentazione di rinunciare sia al diritto che alla morale e di affidarsi completamente a dei metodi mediatici, elettronici, finanziari di controllo e di influenzamento della gente. In tal caso però sorge la domanda su quale ruolo possa avere ancora la libertà umana a livello della società18 19. Si domanderà pure qual’è la legittimazione di quelli che gestiscono le “nuvole” di dati elettronici. Le radici delle società però, come ha ribadito papa Francesco nel suo discorso pronunciato al Consiglio d’Europa, “si alimentano della verità, che costituisce il nutrimento, la linfa vitale di qualunque società che voglia essere davvero li­bera, umana e solidale. D’altra parte, la verità fa appello alla coscienza, che è irriducibile ai condizionamenti, ed è perciò capace di conoscere la propria dig­nità e di aprirsi all’assoluto, divenendo fonte delle scelte fondamentali guidate dalla ricerca del bene per gli altri e per sé e luogo di una libertà responsabile ”20. “Occorre poi tenere presente - aggiunge il Pontefice - che senza questa ri­cerca della verità, ciascuno diventa misura di sé stesso e del proprio agire, ap­rendo la strada dell’affermazione soggettivistica dei diritti, così che al concetto di diritto umano, che ha di per sé valenza universale, si sostituisce l’idea di di­ritto individualista. Ciò porta ad essere sostanzialmente incuranti degli altri e a favorire quella globalizzazione dell’indifferenza che nasce dall’egoismo, frutto di una concezione dell’uomo incapace di accogliere la verità e di vivere un’auten­tica dimensione sociale”21. L’individualismo è quindi la conseguenza del relativismo ed ha per effetto la mancanza di responsabilità, la perdita della visione d’insieme, e così la paura dal futuro, il disinteresse verso il passato e l’isolamento delle generazioni, come pure la sfiducia verso le istituzioni della società come sono il matrimonio e la famiglia. 18 Sul problema della complicatezza vedi per es. Erdő, P., Erkölcs egy bonyolult világban. Há­ború, tudomány, kereszténység, in Magyar Sión. Új folyam 1/43 (2007) 35-43. 19 Cfr. Erdő, P., Il peccato e il delitto. La relazione tra due concetti fondamentali alla luce del di­ritto canonico (Pontificia Università della Santa Croce, Monografie Giuridiche 44), Milano 2014. 127. 20 Papa Francesco, Discorso al Consiglio d’Europa (25 novembre 2014); cfr. Giovanni Paolo II, Discorso all'Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa (Strasburgo, 8 ottobre 1988), 4. 21 Papa Francesco, Ibid.

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