Folia Theologica et Canonica 3. 25/17 (2014)

IUS CANONICUM - Szabolcs Anzelm Szuromi, O.Praem., La fondazione delle universitanel medioevo e le particolarita dell’insegnamento universitario

LA FONDAZIONE DELLE UNIVERSITÀ NEL MEDIOEVO... 129 da famiglie benestanti erano loro a mantenerli. Al massimo gli universitari si cercavano un patrocinio che gli mantenesse gli studi universitari. La situazione non era migliore neppure per gli insegnanti, che vivevano grazie agli studenti, se riuscivano a vivere. Una possibilità aH’interno dell’università era quello di copiare i libri, manoscritti. Questo forma propria di copiare veniva denominata pecia.'1 Per esempio i codici (esemplari) venivano suddivisi in piccoli quaderni che essi copiavano. I funzionari (stationarius) controllavano l’autenticità delle copie.17 18 Questa forma di copiatura “pecia” dei codici lo troviamo per la prima volta a metà del XIII secolo a Bologna e a Parigi.19 Questo modello sia nelle università più recenti, sia nelle università di lingua tedesca non veniva adottata. 2. L’insegnamento avveniva nel seguente modo: il relatore leggeva il mate­riale prescelto, aggiungendo i propri commenti inerenti. Gli studenti universita­ri, a loro volta, redigevano quanto detto aggiungendo i commenti, o direttamen­te all’interno del testo (glossa interlinearìs) o al margine del testo stesso (glos­sa marginális).20 Questi elaborati redatti dagli studenti, ritornati ai loro luoghi di origine, divenivano, in quella nazione, la letteratura essenziale per l’insegna­mento di tale disciplina .21 Basta solo a pensare a quanto sia stato scritto circa la leggenda di San Gerardo: “(...) venivano inviati a Bologna con il necessario per i costi effettivi e ricevevano un’istruzione eccellente per quanto riguarda le materie della grammatica, filosofia, musica e per la scienza del diritto canonico, nonché in tutti i settori delle varie discipline. Al termine del quinto anno acca­demico tornavano in patria portando con sé i libri delle varie discipline”.22 17 Soetermeer, F., Utrumque ius in peciis. Die Produktion juristischer Bücher an italienischen und französischen Universitäten des 13. und 14. Jahrhunderts (lus Commune Sonderheft 150), Frankfurt am Main 2002. 4-13; cfr. Szuromi, Sz. A., Az egyházjogi források feldolgozásának szempontjai [Aspetti fondamentali per l’eleborazione delle fonti di diritto canonico]’, in Kánon­jog [Diritto Canonico] 8 (2006) 49-77. 18 Finck-Herrera, G., Une institution du monde medieval la pecia, in Revue Philosophique de Lauvain 60 ( 1962) 184—243. 19 Schooner, FI., La production du livre per la pecia, in Bataillon, L. J. - Guyot, B. G. - Rouse, R. H. (ed.), La production du livre universitaire au moyen age. Exemplar et pecia (Acte du symposium tenu au Collegio San Bonaventura de Grottaferrata en mai 1983), Paris 1988. 17-37; cfr. Körmendy, K., A 14-15. századi bolognai egyetem könyvkultúrájának egy magyar vonat­kozású kódexe [La cultura dell’libro nell’università di Bologna del XIV-XV secolo all’interno di un codice ungherese]’, Magyar könyvszemle [Rassegna stampa ungherese] 110 (1994) 1-15, in particolare 2^t. 20 Bischoff, B., Latin paleography, antiquity and the Middle Ages, Cambridge 1995. 127-145. 21 Cfr. Brambilla, E., Bricolage didattico: l’uso della dettatura nelle Università e i repertori di luoghi comuni scritti dagli scolari, in Brizzi, G. P. - Tavoni, M. G. (a cura di), Dalla pecia all 'e-book. Libri per l’Università: stampa, editoria, circolazione e lettura. Atti del Convegno in­ternazionale di studi, Bologna, 21-25 ottobre 2008, (Centro Interuniversitario Per La Storia delle Università Italiene, Studi 11), Bologna 2009. 205-215. 22 Érszegi, G. (ed.), Árpád-kori legendák és intelmek, Budapest 1983. 75-76.

Next

/
Oldalképek
Tartalom