Folia Theologica et Canonica 2. 24/16 (2013)

IUS CANONICUM - Forteenth International Conference «Questioni sul tema della provisione canonica degli uffici ecclesiastici» 11th February 2013 Velasio De Paolis, C. S., Il Codice del 1983 ultimo documento del Vaticano II

IL CODICE DEL 1983 ULTIMO DOCUMENTO DEL VATICANO II 219 siologico per la revisione del codice si rese sempre più evidente e necessario man mano che procedevano i lavori di preparazione al Concilio e i lavori dello stesso Concilio, che andava sempre di più caratterizzandosi per la sua rifles­sione sul mistero della Chiesa e sulla sua presenza e missione nel mondo, che portò alla costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen Gentium e alla costi­tuzione pastorale della Chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et spes. Questa prima consapevolezza portò subito ad accantonare i lavori di revi­sione del Codice, da rinviare a Concilio Vaticano II concluso, il quale per altro nei suoi lavori non dimenticò mai l’impegno di revisione anche della disciplina della Chiesa, offrendo anche indicazioni, direttive, suggerimenti dei quali il futuro Codice avrebbe dovuto tenere conto. Il tema centrale del Vaticano II si rivelava sempre di più ecclesiologico; era inevitabile che esso si trasferisse anche nel campo della disciplina ecclesiastica e diventasse anche tema centrale per la revisione o riforma del Codice. Ed effettivamente ce n’era bisogno. La macchina della revisione del codice di diritto canonico si era mossa pun­tuale, ma essa fu subito fermata: non era concepibile una riforma della disci­plina se non alla luce del Concilio, non tanto perché il Concilio avrebbe dovuto interessarsi della disciplina della Chiesa, ma perché la disciplina non poteva non ispirarsi ai grandi principi di ecclesiologia che ci si aspettava dal Concilio stesso ed anche dalle eventuali direttive che il Concilio avrebbe potuto indicare anche in ordine alla revisione del Codice. Di fatto fin dall’inizio apparve la caratteristica fondamentale che avrebbe assunto il Concilio: la Chiesa, la sua immagine, la sua natura, la sua missione. La riconciliazione tra mondo moderno e Chiesa, tra cultura e fede, per sanare quella frattura segnata dal Sillabo come reazione al fenomeno del modernismo. Questo orientamento si imponeva da sé. Di fatto l’esigenza era già emersa da qualche secolo prima ed era maturata particolarmente nel secolo XIX. 3. Emergenza del tema ecclesiologico a) Ecclesiologia gerarchica e giuridica A chiusura dell’evo medio e all’inizio dell’evo moderno l’immagine di Chiesa appariva in difficoltà e comunque indebolita. Le osservazioni di Congar sul passaggio da una ecclesiologia misterica ad una ecclesiologia giuridica e gerar­chica, anche se vanno ridimensionate, colgono in parte nel segno, almeno se parliamo di accentuazioni nelle sottolineature di alcuni e non di altri aspetti. Dal punto di vista giuridico sorge e si sviluppa il concetto giuridico del sogget­to Chiesa, come persona morale o persona giuridica pubblica di diritto divino, e si sviluppa quindi l’immagine di Chiesa società perfetta. Dimensione certa­mente vera e in qualche modo necessaria, che di fatto viene recepita ancora dal Codice attuale e che sta alla base della soggettività della Chiesa stessa. Non si

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