Folia Canonica 12. (2009)

STUDIES - Carlos Larrainzar: Metodi per l'analisi della formazione letteraroa del Decretum, Gratiani. "Tappe" e "Schemi" di redazione

48 CARLOS LARRAINZAR nifica ch’essi siano meno importanti: tutte le sfumature sono, in realtà, di gran­de interesse.38 La nostra domanda ora è la seguente: se gli ‘schemi di redazione’ individuati nel discorso sono qualcosa di più ehe semplici schemi letterari, per­ché afFermiamo ehe vi sono ‘tappe diacroniche’ nella formazione dei testo? La risposta va ricercata in una pluralità di dati — tre, per la precisione — ehe devono essere integrati: l’autonomia del discorso tematico, il rinvenimento di fonti for­mali proprie distinte dalle altre del discorso centrale e, aggiungo ora, la verifica di un progresso dogmatico o dottrinale, in seguito ripreso e approfondito dalla dottrina decretistica. Se le tre cose coincidono, mi pare difficile negare la realtà di una diacronia storica nel discorso letterario. Al centro della nostra ricerca nel futuro vi sarà il cammino ‘verso l’indietro’, verso le origini, verso la formazione della redazione, perché ci intéressa molto la filológia letteraria, non vi è dubbio, ma molto più ci intéressa la diacronia stori­ca. Perô come possiamo avanzare in questa direzione? E quali strade si devono percorrere per conseguire certezze? Dobbiamo solo sperare nel ritrovamento di nuovi testimoni manoscritti o vi sono altri modi per progredire nei nostri studi? In realtà penso che questa strada esista. Ci soccorre, al riguardo, l’intro- duzione In prima parte agitur: comprendere la sua posizione in questa storia let­teraria puô risultare straordinariamente utile ai nostri fini.39 Per trattare la ques­tione ho preparato l’Appendice III e l’Appendice IV per garantire l’edizione critica del frammento relativo a C.l. q.7. Concluderô poi con due osservazioni sopra questo testo: una sul come di questa edizione, faltra sui suo ‘perché’. L’edizione. Sono 96 i codici del secolo XII che recano tracce di In prima parte agitur e una gran parte di questi tramandano l’introduzione integralmente. Esaminandoli tutti per la constituto textus di C.l — ha un’estensione di poco meno di un foglio e mezzo, con più di un centinaio di lezioni varianti — ho trovato per fortuna un inequivocabile error separativus, secondo la terminológia di Paul Mass, che ha facilitato di molto la selezione dei codici: si tratta della let­tura non tribuunt ispirata a C.l q.l d.pc.l24. Secondo questo dictum simoniaci sono anche coloro che per denaro ordinandis ordines sacros non tribuunt, coloro 38 Per fare alcuni esempi: (i) Le differenze di “forma” di alcune auctoritates di C.l q.7 (Textform) in Aa' Bc Fd, ad esempio c.19, c.20, c.25, c.26. (ii) La presenza della professio fidei di Fulgenzio di Ruspe in Aa' (116v—121v) e la sua omissione negli altri codici, dove perô si lascia un ampio spazio bianco, quasi si volesse lasciare la possibilità della trascrizione della stessa; il tutto potrebbe spiegare la tarda incorporazione di C.l q.7 c.9. (iii) L’addizione del testo agostiniano Adulterii malum - rarus excessus solo in Aa’ (121v-122r) - un testo che in seguito divenne C.32 q.7 c.ll — o anche le addi- zioni c omissioni tarde di alcuni testi romani. La valutazione integrata di tutti questi aspetti singo- lari è ciô che permette di chiarire le “tappe diacroniche” o, se si preferisce, gli stadi di redazione (Textstufe) nei diversi codici. 39 Si veda supra nota 28. Ho trattato la questione in seguito in C. Larrainzar, ‘El resumen de C.37 dei Decretum Gratiani’, Mélanges en l'honneur d’Anne Lefebvre-TeiUard. Textes réunis par Bernard d'Alteroche, Florence Demoulin-Auzary, Olivier Descamps, Franck Roumy (Paris 2009) pp. 639-664. Qui presento l’edizione critica della parte finale di In prima parte agitur con traduzione spagnola; in appendice riporto i dati dc\YAppendice IV di questo studio, per correggere errori e dati inesatti pubblicati in precedenza al fine di fomire un’informazione completa sul tema.

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