Folia Canonica 12. (2009)
STUDIES - Carlos Larrainzar: Metodi per l'analisi della formazione letteraroa del Decretum, Gratiani. "Tappe" e "Schemi" di redazione
46 CARLOS LARRAINZAR la redazione dei codici della ‘prima recensione’ sia il risultato della fusione dei due schemi. Se nelle colonne del grafico avanziamo verso destra cogliamo inoltre uno sforzo dottrinale, costruttivo, ehe culmina nella formulazione della nozione tecnica di dispensa. La chiave per comprendere questa evoluzione è nell’espres- sione pro euentu rei, la presenza della quale si trova per la prima volta nel d.p.c.17 ripreso da Algero; ma appare tuttavia anche in seguito, come glossa interlineare al d.p.c.5 che, alla fine, si introduce anche qui corne parte della sua redazione.35 Senza dilungarmi öltre, spiego le ragioni di questo cambiamento, perché le mie considerazioni non siano soltanto riferimenti numerici ehe non dicono nulla. Il disegno originale deli' Ur-Gratian in q.7 non considera il tema della dispensa. Il tema si introduce in seguito, quando si accoglie l’opéra di Algero. Quella dei testi di Algero non è tuttavia una trascrizione passiva perché i testi, riordinati in modo differente, si inseriscono nell’originaria dialettica deli’ Ur- Gradan, nella sua tematica fondamentale, ehe concerne le conseguenze deli’— abiura da parte degli eretici, se cioè devono mantenere o meno la carica ecclesiastica quanti abiurano. La tolleranza in questo assunto risulta essere l'eccezione a un principio generale enunciato ab initio: irremissibilmente si deve castigare, condannare, sanzionare, irreparabiliter dampnari iubentur è il principio. Pero si ag- giunge: nisi rigor discipline quandoque relaxetur ex dispensatione misericordie, ma al rigore della disciplina si puô derogare talvolta con la dispensa della misericordia. Questa è l’eccezione. A partire da d.p.c.5 si sviluppa perciô il tema di Algero, corne ampliamento addizionale alla dialettica di q.7. Prima si constata questo fatto: multorum enim crimina sunt dampnabilia que tamen ecclesia tolerat, ‘vi sono in effetti condotte riprovevoli di molti ehe, tuttavia, la Chiesa tollera’. A seguire si enumerano i casi eccezionali, ehe giustificano la tolleranza: pro tempore, pro persona, intuitu pietatis, necessitatis siue utilitatis. In questa prima serie, d.p.c.5 non menziona pro eventu rei. Ciô ehe è pienamente coerente, perché il disegno originale di q.7 non considera la dispensa né in generale, né in astratto. E un primo momento, una prima tappa, che solo serve a indicare ‘eccezioni’ particolari al ‘principio pratico di condotta’ nei conffonti degli eretici ehe abiurano. 35 Questo fu uno degli assunti ehe mi incuriosirono quando insieme a Enrique De León guida- vo Justiniano García Arias nella sua tesi di dottorato (1998, Università della Santa Croce: si veda infra nota 36). Decisi dunque di affrontare la questione in uno studio dal titolo La formation de la "Concordia” de Craciano según las etapas de redaction de C.l q.7 (anno 1997). Quel contributo rimase inedito perché la sua pubblicazione mi parve allora prematura, e nondimeno servi per orientare nuove ricerche, culminate nelle scoperte in ordine al momento e aile modalità della redazione del manoscritto Sg. Questo inedito fu utilizzato per la tesi di dottorato e fu inoltre menzionato nella bibliográfia dell’estratto ricavato dalla stessa tesi e dato alle stampe (si veda infra nota 36), per quanto in quella sede non ci si soffermi sul tema. Utilizzo ora le idee e le analisi di quello studio, aven- do oggi una migliore prospettiva, poiché i progressi compiuti dalla ricerca nell’ultimo decennio permettono la sua corretta comprensionc al di fuori di ogni polemica.