Folia Canonica 11. (2008)

STUDIES - Card. Péter Erdő: Rigidita ed elasticita delle strutture normative nel dialogo ecumenico

14 CARD. PÉTER ERDŐ ehe è giusto nel caso concreto. E’ questo il motivo anche dell’eterna tensione tra giustizia e sicurezza giuridica. Nel diritto canonico sono importantissimi i mecchanismi que fanno valere la giustizia (anche teologicamente valutata) nei casi concreti. d. L’equità canonica Una possibilità tecnica in questo senso risulta l’equità canonica che figura anche nel diritto canonico positivo. Esso significa nel diritto canonico odierno sempre un invito alTadempimento delle esigenze morali, innanzitutto al man- tenimento dell’uguaglianza nel caso dell’applicazione della norma a casi ana- loghi che eccedono da quelli indicati nel testo legale ma vi assomigliano. Dato che nella Chiesa le norme, le esigenze del “diritto naturale” o del “diritto divi­no positivo” dispongono anche di una validità diretta, di carattere giuridico, l’equità non deve essere concepita necessariamente e sempre — come riferimen- to ad un sistema normativo esterno rispetto al diritto canonico, ma spesso soltanto a regole diverse dal diritto ecclesiale positivo, ma riconosciute canoni- camente obbligatorie. Ad ogni modo, nel diritto canonico, l’equità non è solo un principio dell’interpretazione della legge ma della stessa applicazione ehe esige ultimamente anche l’osservanza di quello strato della morale cristiana ehe non puô essere considerato di carattere giuridico30 31. Risulta comunque una sfïda perenne il problema, come si puô praticamente mettere in atto nel diritto canonico le esigenze morali e di diritto naturale. Sicuramente non esiste una soluzione perfetta a questa domanda, siccome la dualità della realtà percepibile coi sensi e di quella invisibile, anzi quella di grazia, anche — pariando con ter­mini classici —, il dualismo di corpo e anima, costituiscono una caratteristica fondamentale delTesistenza umana. e. IIforo esterno e quello interno La differenza tra il foro esterno e quello interno3', cioè il piano sociale-giu- ridico, quello della coscienza e quello delle realtà ontologiche ehe superano la nostra percezione esistono contemporaneamente nella vita di ogni società. Nel­la Chiesa l’esigenza di particolare peso, di doversi adeguare alla realtà morale, nonché il funzionamento delle realtà di grazia come forze istituzionalizzanti, rendono specialmente importante l’esigenza dell’approssimarsi e dei congiungi- mento di questi due fori. Lo stesso Codice di Diritto Canonico concede ehe talvolta si possa esercitare il potere di governo della Chiesa anche riguardo al 30 Cfr. per. es. H. MÜLLER, Barmherzigkeit in der Rechtsordnung der Kirche? Heribert Heinemann zur Vollendung des 65. Lebensjahres, in Archiv für katholisches Kirchenrecht 159 (1990) 353—367, soprattut- to 364—366; P. Erdö, "Aequitas" im geltenden Kirchenrecht, in Folia Theologica 2 (1991)115-117. 31 E. PUCHER, Zum Verhältnis von forum externum und forum internum besonders in der Ausbildung der Kleriker, in Folia Theologica 2 (1991) 97-100; F. J. Urrutia, Il criterio di distinzione tra foro intemo e esterno, in Vaticano II: Bilancio e prospettive venticinque anni dopo (1962-1987), R. Latourclle (a cura di), Roma—Assisi 1987, I, 544—570; P. Erdő, Foro interno e foro esterno nel diritto canonico. Questioni fondamentali, in Periodica de re canonica 95 (2006) 3—35.

Next

/
Oldalképek
Tartalom