Folia Canonica 10. (2007)

STUDIES - Géza Kuminetz: Sándor Horváth O.P. come tomista e filosofo del diritto e il diritto naturale come parola chiave della filosofia del diritto

56 GÉZA KUMINETZ 4. Laproblematica dell’imposizione e della violenza: l’uomo pratico “è por­tato di solito ad avere un carico ed una déllé conseguenze è data dal fatto ehe il di- ritto naturale ha due prospettive (naturale e materiale (derivata)); inoltre c’è an­che la problematica della costrizione e della violenza. Se manca al soggetto, il dominio della conoscenza, l’onestà (bonum hone­stum) e le nostre azioni saranno guidate dall’egoismo, dall’utilità, dal diletto. In questo modo non si affermera nè il buono morale nè la giustizia legale. Per la convalidazione di essi è necessaria l’imposizione, la punizione. Secondo Hor­váth, l’essenza non è data dall’imposizione del diritto, ma dalla giustizia. L’utilità della giustizia è un fenomeno concomitante necessario di fronte alla violenza. Questo concetto è basato dal fatto ehe l’intelletto e il volere se operano industurbatamente (recta actio, recta voluntas) servono solo alla proclamazione della legge; la sanzione invece si realizza seguendo il diritto (cfr. natura retta). La “cattiva propensione” degli uomini non basta. In questi casi l’azione vede nella forza difensiva, la difesa alla punizione obbligatoria; per questo “non basta il di­ritto e le leggi pratiche ancorate di fronte alle autorità e la loro legittimità, ma de- vono essere sempre accompagnate dalla minaccia, dall’obbligatorietà e dalla punizione. È questo quello ehe i fattori strutturali del diritto positivo devono im- parare dalla materia corrotta”.74 Da questo, Horváth determina una nuova conse- guenza obbligatoria, ovvero quello ehe tramite l’obbligatorietà “l’uomo di oggi... tramite la mano e Lorientamento dei fattori dell’ordinamento giuridico serive le proprie inclinazioni, in modo da trovare a sua difesa, secondo i propri interessi, le inclinazioni negative delle altre persone.75 5. L’uomo come carattere e il suo rapporto con la société: in questi ultimi quattro punti, Horváth, ha visto la natura come i fattori di funzionamento e di or- ganizzazione dell’essenza e della vita umana. Con le capacité pratiche (statiche) della natura umana, l’autore ha constatato ehe tutto cio, è adatto all’ordine giuri­dico. Ha accennato e ha risaltato la dominanza dell’essere umano (somiglianza con Dio) in rapporto al diritto, nonostante ciô, secondo l’autore, ci siano altre do­74 Horváth, S., A természetjog rendező szerepe, [Il ruolo di organizzazione del diritto na­turale] Budapest 1941,33. La costrizione e la violenza sono vocaboli sinonimi. Horváth in un modo suo particolare pone delle differenze fra i due vocaboli. Per violenza (violentia) intende per prima cosa il potere ehe si rapporta alla persona non corne taie ma corne oggetto. Il vocabo- lo violenza significa qualcosa corne una forza negativa perché non dà conto delle “qualità pas­sive” della natura umana. (Cfr. A természetjog rendező szerepe, [Il ruolo di organizzazione del diritto naturale] p. 23.) La violenza è quindi una costrizione ehe nel diritto naturale non puô ac­cadere. C’è pertanto nella “violenza” una forma permissiva ehe viene denominata imposizio- ne e ehe si realizza “aü’intemo dei confini del diritto naturale” ed ha una caratteristica costrut- tiva. Infme si puô dire che ogni violenza è un’imposizione, ma non che ogni imposizione sia una violenza. 75 Horváth, S., A természetjog rendező szerepe, [Il ruolo di organizzazione del diritto na­turale] Budapest 1941, 33.

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