Folia Canonica 10. (2007)

STUDIES - Géza Kuminetz: Sándor Horváth O.P. come tomista e filosofo del diritto e il diritto naturale come parola chiave della filosofia del diritto

SÁNDOR HORVÁTH O.P. COME TOMISTA E FILOSOFO 47 váth nel suo concetto vuole introdurre sia la potestà giudiziaria, sia la potestá ese- cutiva). Perché siano valide queste tre funzioni è necessario il potere, che secondo Horváth è la potenza (potentia) intelletuale e volontaria che “trattiene gli ele­menti della società, li difende dalia disgregazione, impedisce le aspirazioni di energia centrifuga e li spinge verso l’esercizio del bene comune”.41 Il rapporte tra la dignità personale dello stato e il potere mostrano un altro concetto che è l’autorità (auctoritas)42, di cui Horváth afferma: il compito dell’autorité è quello di legare la giustizia e di mostrare la realtà. Per realizzare cio, ci sono due modi: la prima è quella della comunicazione (enarratio), ovvero l’insegnamento. La se­conda è quella della legittimazione (legitimatio), cioè l’argomentazione dell’insegnamento della giustizia. È importante ehe tutte e due gli elementi siano presenti, dato che una contiene la giustizia, l’altra invece l’accettazione e l’attuzione.43 L’attività direttiva e organizzativa del potere si dimostra mediante gli ordini.44 Questo pensiero, Horváth, non lo fa solo per riferirsi al potere mora­le, ma soprattutto per indirizzarlo verso il potere comunitario. La società deve orientarsi verso un’unità morale. Per la realizzazione del bene comune si realizza il potere depositario attraverso le esigenze del bene comune. Per questo il potere sociale “è da ricercarsi nello scopo dell’unitarietà della comunità, nella determi- nazione del bene comune, nei mezzi necessari alla realizzazione e negli obblighi prescritti”.45 In base a cio ehe abbiamo dette fmo ad ora non si puô desumere che cosa sia la norma giuridica intesa come legge e cosa sia l’ordine, ovvero fino a 41 HORVÁTH, S., Örök eszmék, [Ideali perenni] 290. 42 Cfr. Horváth in Heiligkeit und Sünde im Lichte der thomistischen Theologie, Freiburg i.d. Schw. 1943.pp. 58-78, eHitvédelmi tanulmányok[Studi sulladifesadellafede] Budapest, 1943 pp. 67-118. 43 Horváth, S., Hitvédelmi tanulmányok [Studi sulla difesa della fede] p. 98. “Se non c’è sostanza, l’autorità non vale niente, e se manca la forza, allora si è incapaci di capire la sostan- za”. 44 Horváth, S., Örök eszmék, [Ideali perenni] p. 292. “Ultimum iudicium practicum riuni- sce i pensieri dell’intelletto con la decisione della volontà in modo che le due capacità trovino uno scopo. L’ordine quindi ha una funzione vincolante. Obbliga il soggetto agente a rispettare e a portare a termine quanto detto tramite le decisioni dell’intelletto. Si poteva dire altro, ma ciô che ha detto a voce mediante l’ordine e mediante le circostanze poteva solo agire in questo modo. Con questo si puô pariare di valori morali e di forze ehe senza troppe speigazioni sono chiare. Non dobbiamo, inoltre, affermare ehe l’eseeuzione dell’ordine trova l’attuazione della forza fisica, ehe è data dalla capacità del corpo e dello spirito. Il potere è presente con forza ed entra in vigore lo scopo; ciô è dettato dal soggetto del potere”. 45 Horváth, S., Örök eszmék, [Ideali perenni] p. 293. Secondo lui, il potere è un concetto giuridico, ovvero la fonte della realizzazione pratica delle prescrizioni giuridiche. Per questo si puô mostrare in modo coercitivo (vis coactiva), e non solo morale. Con questo, le prescrizio­ni hanno una validité forte. In altre parole: la potestà legislativa, esecutiva, giudiziale (decisio- nale e sanzionale) si presentano nella società.

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