Folia Canonica 9. (2006)

STUDIES - Carlos Larrainzar: L'edizione critica del decreto di Graziano

84 CARLOS LARRAINZAR delle auctoritates e dei dicta. Se cosi non fosse, se si fosse conosciuto o si avesse già avuto tra le mani un esemplare integrato del Decreto esteso con i testi trascrit- ti senza soluzione di continuità, in un’unità materiale integrata, risulterebbe as- surda la produzione di un esemplare materialmente tanto complesso come Bc. 10. In questo contesto di coincidenze e differenze tra FdBc, e anche P, trovia- mo elementi significativi per poter sostenere ehe Bc - la sua Concordia e le sue addizioni — fu trascritto quando ancora non esisteva la tradizione di un Decretum esteso copiato come un codice unitario, oppure nel momento in cui questa unità cominciava a forgiarsi o, in ogni caso, in una tappa molto antica. Le correzioni fatte in Bc cancellando la sua redazione antica, copiata in un primo tempo, e la sua sostituzione con un’altra redazione più ampia ne sono un forte indizio. Nel codice ho trovato tre casi in cui accade questo: in D. 10 c. 1 (f. 22rv), in C.3 q.l d.p.c.6 (f. 137rv) e in C.3 q.5 c.15 (f. 138v). Nel corso di questi ultimi anni si sono commentati alcuni cambiamenti singolari nellaredazione di C.3:21 segnalo qui che in Bc si trova q.l d.p.c.6 corretto secondo la nuova redazione e, tuttavia, si mantiene 1’antica redazione dei d.p.c.2. Questo dato mostra ancora una volta ehe è necessario distinguere diversi momenti diacronici nella testualità del De­cretum, che non puô essere compresa se si parla di due sole recensioni, più o meno complete e indipendenti: qui, per esempio, si verifica ehe la modificazione di questo d.p.c.6 fu in effetti molto précoce e, nondimeno, la sostituzione di d.p.c.2 sembra essere avvenuta in un momento successivo. Nonostante ciô, facendo una valutazione dei codici antichi penso che si pos- sano utilizzare le letture di Fde Bc in modo sincronico e senza nulla togliere al ri­gore’ diacronico o, in altre parole, è possibile proporre una recensio mixta delle letture di questi due codici, poiché la comparazione dei loro contenuti mostra una quasi assoluta coincidenza. Bc produce un unico errore suo proprio, isolato, per homeoteleuton, in C.7 q.l c.13:1’omissione dei periodo reverteretur eccle­siam - auxiliante Domino (f. 151 rb), ehe è emendata mediante un’aggiunta a margine. In Fde in P non troviamo questa imperfezione. Perô, aparte questa pic- cola differenza, le lezioni sono coincidenti perfino in alcuni singolari difetti della redazione dell’antica Concordia breve, quali ad esempio: copiare C.2 q.3 c.4 all’interno di un c.3 duplicato (f. 123vb), gli strani modi di presentare C.l q.3 21 Cf. le edizioni di C. Larrainzar, ‘EI borrador’ sopra nota 11, in particolare pp.608-610 con le correzioni fatte in seguito (nel inio studio citato sotto, alla nota 28,513 nota 32), e inol- treil lavoro di T. Lenherr, ‘Die vier Fassungen von C.3 q. 1 d.p.c.6 in Gratians Dekret. Zugle­ich ein Einblick in die neueste Diskussion um das Werden von Gratians Dekret’, in AKKR 169 (2000) 353-381. Si veda anche l’ainpio Studio sopra C.3 di C. Natalini, ‘II diritto giusti- nianeo nella Causa III dei Decretum', in Studia et Documenta Historiae et Iuris 70 (2004) 379-405, le osservazioni del quale meritano di essere esaminate con attenzione, per quanto il metodo seguito per la valutazione dell’antichità dei codici sia esclusivamente quantitative; ri­mando tuttavia la discussione di questo aspetto a un’altra occasione.

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