Folia Canonica 9. (2006)

STUDIES - Carlos Larrainzar: L'edizione critica del decreto di Graziano

72 CARLOS LARRAINZAR sommando copie dei manoscritti che formano il probabile corpus fontium di Graziano: per esempio i 28 manoscritti conosciuti della collezione di Anselmo da Lucca che ora sta studiando in modo sistematico Anselmo Szuromi;6 o anche i manoscritti di altre opere, lo studio dei quali potrà gettare nuova luce, tra gli altri i 33 manoscritti conservati della collezione di Lanfranco di Bec. E nei prossimi mesi vogliamo fare altrettanto con la tradizione manoscritta della Glossa Ordi­naria alia Bibbia, con i fondi inesplorati àciflorilegia patristici e con la letteratu- ra scritturistica delle sententiae teologiche. 3. II problema è come assimilare tutte queste informazioni. Ho scritto tempo fa, ho ripetuto in seguito e insisto ora, di come a nostro modo di vedere si-è forma­to questo Decreto di Graziano ehe si diffonde dopo il 1150 secondo una redazio- ne standardizzata ehe, con alcune varianti, viene inclusa neWaEditio romana dei secolo XVI (= edR) e nella edizione di Emil Friedberg del 1879 (= edF). Il Decre­to di Graziano si formé in diverse tappe, non solo due, in una successione irrego- lare di momenti diacronici, che dovremo andare riscoprendo man mano che avanzano i nostri studi settoriali suli’opera: cioè a dire suile sue sezioni o unità sistematiche. Non ha senso affrettare una spiegazione complessiva per chiarire “tutto” ciô che ancora non conosciamo e ciô su cui mancano ancora dati sicuri.7 Usando l’espressione di Jacqueline Rambaud ho ripetuto ehe l’opera è un texte vivant, perô con sfumature perché, indipendentemente dalia vita propria di ogni codice, l’opéra è andata modificandosi in quelli fmo a quando la suaredazione si trova sostanzialmente standardizzata in un certo determinato momento. Questa era già 1’opinione dei maestri che si riunirono a Bruxelles nel 1958, per quanto, è vero, essi pensavano ehe la cristallizzazione standard dei testo avesse avuto luogo in una data molto tarda - Gabriel Le Bras parlava addirittura della metà del secolo XV - o anche ehe varianti davvero notevoli fossero solo le 6 Cf. A. Szuromi, Anselm of Lucca as a canonist (Frankfurt am Main 2006) = Adnotatio- nes in lus Canonicum Band 34. Qui si riuniscono 11 studi dell’autore sopra la collezione di Anselmo da Lucca: i numeri I-IV sono focalizzati sulla redazione della collezione (1-54), i numeri V-VII discutono alcuni aspetti dei suo contenuto in relazione con i terni della riforma gregoriana (55-86), i numeri VIII-XI sono infine dedicati alie fonti formali dell’opera, e in particolare ai materiali pontifici e patristici e al diritto romano (87-130). 7Cf. C. Larrainzar, ‘La formáción del Decreto de Graciano por etapas’, in ZRG Kan. Abt. 87 (2001) 67-83 o la sua versioné italiana ‘La formazione dei Decreto di Graziano per tappe’, Proceedings of Catania MIC C-12 (Città del Vaticano 2006) 103-117. In questo con­tributo ho esposto i miéi dubbi sulla cosi detta “prima recensione” di Winroth (si veda sotto alla nota 9), ch’egli considera un’opera compiuta e diffusa come tale, mentre i rari codici della sua tradizione manoscritta non sono più che una mera tappa dei texte vivant - in un contesto di scuola - di effimera durata: cioè la transizione fmo alla sua précoce trasformazione nel Decre­tum divulgato. Si veda anche sotto alla nota 13. Si veda inoltre E. de León, ‘La tradizione ma­noscritta più antica della C.30 q.l’, in Proceedings of Catania MIC C-12 (Città dei Vaticano 2006) 131-138.

Next

/
Oldalképek
Tartalom