Folia Canonica 9. (2006)

STUDIES - Carlos Larrainzar: L'edizione critica del decreto di Graziano

FOLIA CANONICA 9 (2006) 69-92. CARLOS LARRAINZAR L’EDIZIONE CRITICA DEL DECRETO DI GRAZIANO* I. LA TRAD1ZIONE MANOSCRITTA DEL DECRETUM GRATIANI; II. lLMANOSCRlTTOSg = SANKT Gallen, Stiftsbibliothek 673; III. L’elaborazione dei codici Fd Be; IV. Il modello del CODICE Be; V. ÜLI ALTRI CODICI ANTICHI: Pfr P Aa; VI. LE PRIME CONCLUSIONI; APPENDICE: IL MODO DI COPIARE LA PALEA D.6 C.2 IN Be. I. La tradizione manoscritta del Decretum Gratiani 1. La mia prima riflessione sui terna considera le scoperte di questo ultimo decennio sulla tradizione manoscritta dell’ opera dei magister decretorum, la va- lutazione della quale è al centro di un ampio dibattito, poiché la terminológia che utilizziamo gli uni e gli altri non è tuttavia comune, e nemmeno univoca. E, se non si vuole perdere tempo in discussioni sui vocaboli, è necessario centrare l’attenzione sulla realtà dei dati empirici comprovati, sicuri, prima di porre 1’accento suile nostre teorizzazioni.1 Per parte mia, durante Panno 2002 ho pre­* È la relazione orale discussa nelle sessioni dei XlTh International Congress of Medieval Canon Law, l’originale spagnolo della quale sarà pubblicato con il titolo ‘La edición critica del Decreto de Graciano’ nel volume 27 del Bulletin of Medieval Canon Law e anche nei Pro­ceedings of Washington. Non si riproducono tuttavia in questa sede i quattro fotogrammi del codice Be - pubblicati in questo volume - ehe si riferiscono ai testi trascritti nell 'Appendice fi­nale. Ringrazio Giuseppe Mazzanti, che ha curato la versioné italiana di questo studio riuscen- do a conservare nella traduzione tutte le sfumature del testo spagnolo. 1 Mi pare ehe non aiuti a chiarire le cose una “critica” orientata alia polemica quale, secon- do la stessa confessione dell’autore, è quella espressa nel contributo A. Winroth, ‘Le manu­scrit florentin du Décret de Gratien. Une critique des travaux de Carlos Larrainzar sur Gratien, I’, RDC 51 (2001) 211--31. A parte il travisamento dei senso corretto di moite delle mie affer- mazioni, il significato delle quali viene falsato perché non si prendono in considerazione tutti i dati considerati nella ricerca, questo studio getta discredito su tutto il mio lavoro mediante giu- dizi generici, ricorrendo perfino ad argomentazioni ad hominem, che non entrano nell’analisi dei dati fondamentali con il rigore necessario (si veda più in basso la nota 19). Il fatto è ehe questo scritto di Winroth è viziato da quei postulats implicites, infondés et improbables ehe egli attribuisce alla mia ricerca. Ad ogni modo non è mia intenzione spendere energie per “di- fendere” nessuna “teorizzazione” personale o altrui in ordine alla formazione dei Decretum Gratiani e, invece, sono più interessato ad accordare le nostre osservazioni con i dati verificati nei codici e a dame una valutazione complessiva in modo da conseguire un’interpretazione plausibile. La retorica della polemica puô essere forse utile in politica, ma nella ricerca créa solo contrasti e risulta poco affidabile. Per quanti studiano l’opéra dei magister Gratianus non è difficile comprendere ehe la ricerca deH’“armonia nella dissonanza” {harmony from disso­nance) è la buona strada dei progresso.

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