Folia Canonica 6. (2003)

STUDIES - Dimitrios Salachas: Il sacramento della penitenza nella tradizione canonica orientale e problematiche interecclesiali

140 DIMITRIOS SALACHAS l’amministrazione della Penitenza è affídata alia saggezza dei confessore e ob- bedisce a criteri terapeutici, cioè è fmalizzata al ristabilimento della vita spiritua­le. Il confessore tuttavia è tenuto moralmente a considerare quanto è stabilito dai Sacri Canoni della Chiesa. L’ imposizione di penitenze (epitimia) imposte al penitente non ha, nella tra- dizione orientale alcun carattere espiatorio o, come si dice nell’occidente, sati- sfatorio, bensi le viene attribuita una funzione pedagogica e medicinale. Inoltre, nonostante questo sacramento sia il più soggetto a subire, nelle modalità prati- che, i condizionamenti del tempo, le modalità penitenziali mantengononelle Chiese orientali una sostanziale continuité con la disciplina antica. Infatti non solo il perdono puô essere dilaniato sino al definitivo compimento della peniten­za, ma soprattutto quest’ultima consiste essenzialmente nell’adempimento di di­verse pratiche ascetiche, commisurate alla gravità dei peccato commesso. Come per i sacramenti dell’iniziazione cristiana, cosi anche per la Penitenza-che rap- presenta la riammissione nella comunione ecclesiale-, il ministro ordinario è il vescovo. Anche questa prerogativa è passata ai presbiteri, come collaboratori dei vescovo; difatti pero nelle Chiese ortodosse non tutti i presbiteri la esercitano. Mentre in Russia infatti anche il clero parrocchiale è abilitato ad amministrare questo sacramento, in Grecia ciô avviene abitualmente dai parroci delle grandi città, dotati di una di una maggiore preparazione culturale rispetto al clero delle campagne. In realtà le funzione di padre spirituale, cioè di confessore, è svolta essenzialmente dal clero monastico. Infatti i monasteri sono centri di irradiazio- ne spirituale ai quali i fedeli si rivolgono anche e soprattutto per accostarsi al sa­cramento della confessione. Inoltre i sacerdoti celibi e fomiti di una solida for- mazione teologica-aggregati formalmente al ceto monacale con 1’investitura di archimandriti - compiono periodicamente visite pastorali nelle parrocchie rura­li, durante le quali predicano e confessano35. E’ molto significativo il contenuto di questo entaltërion grámma, con il qua­le nelle Chiese ortodosse, oggi, il Vescovo conferisce la funzione o meglio il mi­nistère di confessore a un sacerdote, costituendolo come padre spirituale= pneu­matikus, mediante la benedizione con l’imposizioni delle mani del Vescovo (cheirothesla): «Noi, per la grazia dello Spirito Santo, affidiamo a te, venerato sacerdote, distinto tra i sacerdoti, per onestà epietà, il ministero della Paternità Spirituale. Devi prendere su di te ipensieri di tutti coloro che si accostano a te per confes- sare i loro peccati, e indagare nel profondo dei loro cuore, cercare di conos cere i loro pensieri e i loro atti, ed individuare l'origine e le cause dei loro peccati, di modo che tupossa correggere le loro cattive abitudini e disposizioni, ed imporre loro i farmaci, facendo ti tutto per tutti per guadagnarli, or a indagando e consi­35 Cf. E. Morini, La Chiesa Ortodossa, storia, disciplina, Culto, Bologna 1996,300-303.

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