Folia Canonica 5. (2002)
STUDIES - Natale Loda: La formula sicut pater et caput relativa al Patriarca mel c. 55 CCEO e le sue implicanze giuridiche
120 NATALE LODA nel munus docendi, sanctificandiu et gubernandi, ossia il triplex Christi munus che sintetizza la missione di Cristo stesso.61 Il Patriarca non è certo un amministratore, non è un prefetto, né un présidente o direttore generale della sua Chiesa, non è un manager dell’impresa ecclesiastica ma è Sacerdote, re e Próféta che ha come sua missione l’annuncio del messag- gio di salvezza (Mc 16, 15-16) in quanto Vescovo secondo la peculiarità dei suo essere tamquam pater et caput. Tale dittico giuridico potrebbe divenire un aspetto sgradevolmente autorita- rio se Tesercizio di tale paternité e comando venissero concepiti in modo forte ed assoluto, con draconiana severità, senza tenere conto dei limiti di fatto ehe la Chiesa ha posto nella comunione e nei diritti dei Christifideles. Tale pericolo vie- ne scongiurato laddove tali aspetti autoritari divengano un servizio e diaconia alla comunità cristiana del patriarchio nell’azione pastorale ehe caratterizzaulte- riormente tale paternité e comando. V. Crisi attuale del concetto e delle altre applicazioni GIURIDICHE ED ANALOGICHE L’archetipo dei pater et caput applicato alla figura dei Patriarca ribadisce ef- ficacemente la rilevanza e coerenza sistematica del CCEO che ha codificato tale fraseologia secondo un concetto di fimzione e ministerialitá ecclesiale propria della figura patriarcale stessa. La formula confluita nel c. 55 CCEO seppure espressa anterionnente al Concilio Vaticano II, nello stesso ha avuto una trattazione nella terminológia di paterfamilias. Infatti nel testo di Lumen Gentium n. 27 si dice: “Episcopus, missus a Patrefamilias ad gubernandam familiam suam, ante oculos teneat exemplum Boni Pastoris, qui venit non ministrari sed ministrare (cf. Mt. 20,28; Mc. 10,45) et animam suam pro ovibus ponere (cf. Io. 10,11)”. Uespressione risulta essere coerente ma anche attuale, umana, ecclesiale e sociale, anche se ha sollevato nella dogmatica giuridica “laica” alcune critiche.62 Infatti sembrerebbe ehe la figura del pater e di più il paterfamilias nella realtá sociale subiscano una crisi non solo di visione ma anche applicativa alla realtá giuridica. In campo civilistico la lettura delle figurazioni rimane alquanto negativa 61 Già Clemente Romano nella sua visione teologica del ministère della Chiesa come greg- ge di Cristo vede il Vescovo nella sua veste di capo e sacerdote che ne è il pastore laddove il pascere è il suo ufficio, ancora il capo, il condottiere il protettore e difensore come responsabile della Chiesa affidata. Clemente Romano, Epistola ad Corinthios 1, in PG 1,199 e ss. 62 Rileva tale crisi: Daubercies, Père (nt. 2), coll. 1219 e ss.