Folia Canonica 4. (2001)

BOOK REVIEWS

276 BOOK REVIEWS gentium, n. 31, è intesa in senso teologico, e non meramente sociologico, come sarà più tardi ribadito dall’esortazione apostolica Christifidelis laid di Giovanni Paolo II, n. 15. Vale la pena citare un altro testo, pur se alquanto lungo, nel quale si riflette la penetrazione con cui l’autore riesce a presentare la problematica, tuttora aperta, sulla maniera di coniugare la missione del fedele laico nella Chiesa e nel mondo. «Si dice, a ragione, che il laico ha un compito da compiere nel monda e nella Chiesa, ma in realtà questo secondo impegno è sfigurato quando - nel lasciar da parte la ricerca del regno di Dio all’interno di un pieno inserimento nelle realtà temporali, che è la caratteristica propria e peculiare del laico - ci si riduce a descrivere il laico corne un membro della Chiesa, che puö fare apostolato senza tuttavia essere ecclesiastico. Sembra ehe coloro che cosî si esprimono, intendano inavvertitamente l’espressione nel mondo e nella Chiesa in senso disgiuntivo: da una parte, nel mondo; e dall’altra, nella Chiesa, in modo ridutti vo considerata come “strutture ecclesiastiche”. Non si apprezza sufficien- temente ehe questa atti vità nel mondo e nella Chiesa (concetto non riconducibile a quello di organizzazione ecclesiastica) forma un tutto unico e inseparabile, nel quale entrambi gli aspetti si fondono armonicamente e si compenetrano, senza perciö confondersi in nessun momento. Il modo di pensare cui facciamo riferimento prescinde del fatto ehe la relazione del laico col mondo secolare non è qualcosa di accidentale, realizzato “fuori della Chiesa”, ma, al contrario, è alla radice stessa della piena partecipazione del laico alla missione del Popolo di Dio. Ne segue che si priva di valore il contributo specifico del laico alla missione della Chiesa e, al contempo, si pongono i presupposti perché il laico, ehe voglia essere veramente attivo, si senta spinto ad adottare forme e modi clericali che intaccano il suo carattere di autentico laico» (p. 178). Vorrei concludere queste righe con un invito alla lettura del libro. In esso si avvera ancora una volta il fatto che moite cose vecchie risultano nuove. * * Péter Erdő

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