Folia Canonica 4. (2001)

PROCEEDINGS OF THE INTERNATIONAL CONFERENCE - Péter Szabó: Forma canonica dei matrimoni misto CIC/CCEO - Questioni intorno al significato dell'interventus ministri sacri (CIC c. 1127, § 1) in prospettive dottrinali

FORMA CANONICA DEI MATRIMONI MISTI CIC/CCEO 257 conseguenza ehe è difficilmente conciliabile con lo scopo e l’intenzione della stessa norma conciliare. L’obiettivo dell’introduzione di OE 18 era quello di promuovere la stabilité e sacramentalità dei matrimoni misti, come risulta nettamente sia dal testo definitivo che dalle discussioni conciliari precedenti.10 Pero con la prescrizione della presentia ministri sacri invece della benedictio sacerdotalis per la validité dei matrimoni misti orientali, e cioè per il fatto ehe esso non esclude la possibilité della collaborazione puramente passiva dei diacono cattolico, OE 18 puö dare fondamento alia parte ortodossa di considerare nullo il suo matrimonio celebrato davanti ad un assistente cattolico senza benedizione sacerdotale. Secondo la tradizione ortodossa, infatti, 1’elemento sostanziale dei matrimonio è appunto la benedizione sacerdotale. Cosi sembra ehe il brano conciliare in questione, indirizzato appunto a tutelare il carattere sacramentale e la stabilité del matrimonio, cada in contraddizione palese con la propria intenzione. Riteniamo ehe il J. Prader insista a buon diritto sul fatto che comunque, in pratica, anche il matrimonio tra parte latina e parte acattolica orientale deve essere celebrato davanti al sacerdote, poiché nella disciplina delle Chiese orientali la benedizione nuziale è riservata al sacerdote. Percio se un tale matrimonio misto fosse celebrato davanti al diacono latino, questo matrimonio non sarebbe riconosciuto valido dalla Chiesa ortodossa." A questo punto quindi, sembra necessario sollevare una questione d’importanza fondamentale. Se la difesa del carattere sacramentale e della stabilité dei * 11 ioPujol, Decretum (nt. 3), 126-127. 11 J. PRADER, La legislatione matrimoniale latina e orientale. Problemi interecclesiali interconfessionali e interreligiosi, Roma 1993,52-53. A questo punto dobbiamo menzionare il fatto ehe i canonisti cattolici a volte non sottolineano: la maggioranza delle Chiese ortodosse non riconosce i matrimoni dei loro fedeli celebrati nella Chiesa cattolica neanche nel caso dell’impartizione della benedizione sacerdotale. Allô stesso tempo i Sinodi ortodossi russo e polacco nel 1967 hanno stabilito in un decreto il riconoscimento dei matrimoni misti dei loro fedeli davanti a un sacerdote cattolico (cf. Diakonia 2 [1967] 2, 201-202). In certi territori riconoscono tali matrimoni riferendosi a tradizioni locali. Troviamo anche delle affermazioni di importanti autori ortodossi a questo riguardo; cf. ad essempio: D. Constantelos, Practice of the Sacrament of Matrimony according to the Orthodox Tradition, in The Jurist 31 (1971) 628. Per il riconoscimento ortodosso dei matrimoni misti di cui parliamo il diritto canonico cattolico non puö ovviamente esercitare un’influenza diretta. Alio stesso tempo, i passi che da parte cattolica si possono realizzare per favorire il riconoscimento reciproco non possono essere considerato inutili, indipendentemente dal fatto che la posizione, dal punto di vista cattolico attuale, rigorista di certe Chiese ortodosse in questo momento non è in grado di valorizzarli. La prescrizione della benedizione sacerdotale da parte cattolica non è importante soltanto perché la richiedono anche le Chiese ortodosse che in questo momento dimostrano un atteggiamento positivo in questo riguardo, ma anche perché senza taie benedizione non si ha nessuna speranza ehe si possano rafforzare le tendenze favorevoli recenti. Per il riconoscimento vicendevole dei matrimoni misti in Medio Oriente, vedasi: J. Corbon, Accord catholique-orthodoxe sur trois questions pastorales importantes (Charfeh, 14. X. 1996), in Courrier oecuménique du Moyen - Orient, 29-30 (1996/1—II) 9-13.

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