Folia Canonica 4. (2001)
NEWS IN BRIED - Zenon Card. Grocholewski: Valorizzare il patrimonio della Chiesa orientale ungarica "sui iuris"
VALORIZZARE IL PATRIMONIO 203 tutta PEconomia della salvezza, nella quale gli Istituti di studi superiori si inseriscono in un posto preminente, ma anche di indicibile responsabilité. La loro missione è strettamente connessa “cum evangelizandi munere Ecclesiae” (CCEO, can. 646). Guai se mancassero ad essa. Benedizione invece, se questi istituti sono quello ehe dovrebbero essere: centri di profondo studio della Rivelazione divina e di tutto ciö che è connesso con essa, di fedele trasmissione della dottrina cattolica in materia di fede e di costumi, come insegnata dal magistero autentico della Chiesa, instancabili diffusori di tale dottrina, e anche entusiasti ricercatori, promotori e alPoccorrenza difensori, dei proprio “Ritus”, vale a dire, dei “patrimonium liturgicum, theologicum spirituale et disciplinare” cosi come “exprimitur” - per usare le parole del CCEO (can. 28 § 1) “modo fidei vivendae” proprio alia “Ecclesia sui iuris Hungarica”. 4. Non sempre nei secoli passati le Chiese orientali sono rimaste fedeli a questo patrimonio, anche al punto che si poteva avere Pimpressione, ehe, a grande scapito della propria identité, si sono “staccate dalle proprie radici”, come si esprime qualche autore. Pertanto il Concilio Vaticano II ha non solo esortato le Chiese orientali cattoliche alia fedele osservanza dei proprio patrimonio rituale, ma ha anche rivolto a loro la seguente richiesta: “si ab iis [dal proprio patrimonio rituale] ob temporum vel personarum adiuncta indebite defecerint, ad avitas traditiones redire satagant” (OE, 6). Prescindendo da ogni implicazione ehe possa avere la parola “indebite” nel nostro conteste, è un fatto che anche nelParea geografica alla quale ci siamo riferiti sopra, le tendenze di una specie di abbandono delle antiche tradizioni orientali si sono alie volte manifestate, per esempio quando nel 1918 si è chiesto di poter adottare, anche per la diocesi di Hajdúdorog, Pintero Codex iuris canonici della Chiesa latina, appena promulgato. Ma, non si deve dimenticare ehe nella stessa area si sono avuti anche fulgidi esempi di promozione dei genuino patrimonio orientale. Mi è gradito riferirmi al vescovo di Magno Varadino Joseph Papp-Szilágyi, menzionato sulla prima pagina della Praefatio al Codex Canonum Ecclesiarum Orientalium, apparte- nente alia Chiesa romena, ma della stessa area geografica e con moite parrocchie ungheresi nella propria eparchia, ehe con il suo Enchiridion iuris Ecclesiae Orientalis Catholicae, edito nel 1862,5 ed i suoi interventi al Concilio Vaticano I, ha strenuamente difeso le più profonde radici di tutti i “Ritus bizantini” della medesima area, radici ehe raggiungono i primi secoli della Chiesa di Cristo. 5. Sono lieto di poter dire ehe con il § 3 dei suoi Statuti, citato sopra, Pistituto Sanf Atanasio si propone di seguire la stessa linea e rivelo ehe ho appreso con soddisfazione che la “Ecclesia sui iuris Hungarica” è stata corifea in questa area d’Europa nelPeseguire sul piano degli studi superiori Pauspicio dei Vaticano II: “ad avitas traditiones redire satagant”. 4AAS 83 ( 1990) 1047. 5Ed. 2a, Magno-Varadini 1880.