Folia Canonica 2. (1999)

PROCEEDINGS OF THE INTERNATIONAL CONFERENCE. - Julio García Martín: Il ruolo specifico del sacerdote nelle missioni

IL RUOLO SPECIFICO DEL SACERDOTE NELLE MISSIONI 353 non fa menzione déllé missioni «sui iuris», o autonome, le quali possono essere considerate come il primo grado dell’evangelizzazione, nè delle altre chiese particolari non ancora costituite in diocesi, quali le prelature territoriali, le amministrazioni apostoliche e tantomeno delle diocesi non autosufficienti. La seconda tappa: raggiungere l’autosufficienza. Secondo il c. 786 le nuove diocesi si trovano in stato di necessità generale o insufficienza di persone e di mezzi. La finalità dell’attività missionaria non si raggiunge finché le nuove chiese siano autosufficienti in persone e mezzi e a sua volta possano essere missionarie, cioè inviare missionari ad altre chiese in difficoltà. Diversi criteri per poter dire ehe si è raggiunta la pienezza: 1) maturità di vita cristiana in tutti gli ambiti, che si manifesta nella presenza della Chiesa con tutti i suoi mezzi di salvezza. 2) sufficienza di persone, ministri sacri, che consentono di esercitare tutte le funzioni della pastorale ordinaria, tutti i ministeri e di provvedere a tutti gli uffici diocesani. 3) capacità di evangelizzare le genti ad extra. Questo è possibile quando si è fatto la missione ad gentes ad intra25. Il Codice non offre un criterio assoluto per stabilire quando si puo dire ehe una chiesa particolare ha raggiunto la pienezza e autosufficienza. Non esiste un criterio matematico. Nel passato si teneva conto di criteri oggettivi come l’aumento quantitativo dei fedeli per elevare di categoria alle missioni26. Nei tempi più recenti, ultimi decenni, con 1’indipendenza politica di moite nazioni si è costituita la gerarchia ordinaria, cioè diocesi al posto dei vicariati apostoliéi, prefetture apostoliche e missioni « sui iuris », per cui sono passate al diritto comune. Questo non significa ehe la situazione missionaria, in senso pastorale sia cambiata da un giorno all’altro. Cosî ammonisce Giovanni Paolo II: “Nono- stante l’alto numero delle diocesi, esistono tuttora vaste aree in cui le Chiese locali sono dei tutto assenti o insufficienti rispetto alla vastità dei territorio e alla densità della popolazione: rimane da compiere un grande lavoro di impianto e di sviluppo della Chiesa. Questa fase della storia ecclesiale, detta plantatio Ecclesiae, non è terminata, anzi in molti raggruppamenti umani deve ancora iniziare”27. Mettiamo alcuni esempi di queste chiese di missioni per illustrare meglio la situazione28: 25 Redemptoris missio, n. 34: “Le Chiese di antica cristianità, ad esempio, alie prese coi drammatico compito della nuova evangelizzazione, comprendono meglio ehe non possono essere missionarie verso i non cristiani di altri Paesi e Continenti, se non si preoccupano seriamente dei non cristiani in casa propria: la missionarietà ad intra è segno credibile e stimolo per quella ad extra, e viceversa”. 26 Cf. García Martín, L’azione missionaria (nt. 6), 78 ss. 27 Redemptoris missio, n. 49. 281 dati sono presi daWAnnuario Pontificio 1998. Significato dei termini: su. superficie

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