Folia Canonica 2. (1999)

STUDIES - Giorgio Feliciani: Le conferenze episcopali come fonte di diritto particolare

LE CONFERENZE EPISCOPALI COME FONTE DI DIRITTO PARTICOLARE 25 episcopale celebrino il concilio plenario ogni volta che la stessa conferenza, con l’approvazione della Santa Sede, lo ritenga utile o necessario (can. 439). Tale concilio gode, ai sensi del can. 455, di competenza legislativa di carattere generale e, di conseguenza, i vescovi interessati possono collegialmente as- sumervi, nel rispetto del diritto universale, decisioni giuridicamente vincolanti al di là di quelle limitazioni di materia ehe incontrano in sede di conferenza. Peraltro a tutt’oggi pochissimi episcopati - in pratica quasi nessuno — si è avvalso di questa possibilità. Una inerzia generalizzata dovuta a diversi fattori. Innanzitutto è innegabile ehe, nonostante i propositi dei codificatori, il diritto universale è ancora tanto ampio e articolato da non lasciare adeguato spazio di autodeterminazione ai legislatori particolari. E’ questa una inevitabile con­seguenza della conferma dell’opzione per la codificazione che per sua natura tende a una completa regolamentazione di tutte le materie di una certa rilevanza. D’altro canto non sembra nemmeno ehe i problemi a cui oggi la Chiesa deve far fronte siano prevalentemente di natura legislativa ed è quindi comprensibile lo scarso interesse dei vescovi. Basti a questo proposito osservare che, frequen- temente, la parte normatíva degli stessi sinodi diocesani risulta o pressoché assente o scarsamente originale e significativa. Va, poi, osservato ehe le conferenze episcopali e i relativi concili plenari riguardano territori molto delimitati, per lo più coincidenti con quelli dei singoli Stati. La dimensione nazionale dei problemi pastorali non ha certamente perso la sua importanza, ma forse non è la più idonea a favorire un’ imponente sviluppo del diritto particolare poiché in un’epoca di globalizzazione l’evangelizzazione richiede sempre più frequentemente azioni e interventi di ben più vasta portata, come dimostra lo stesso processo di integrazione europea. Una urgenza ben presente all’attuale pontefice che ha recentemente convocato assemblée speciali del Sinodo dei vescovi per diversi continenti. Queste assemblée sono prive di poteri legislativi, ma potrebbero avere come conseguenza leggi pontificie che recepiscano le loro conclusioni. Niente, poi, esclude che in futuro si giunga alla celebrazione di concili particolari continentali, tanto più ehe non manca un precedente in tal senso: il Concilio plenario latino-americano del 1899". C’è perö un ambito nel quale la produzione normatíva delle conferenze episcopali appare non solo insostituibile ma in costante crescita sulla base di appositi mandati della Santa Sede: il rapporte con gli Stati. L’attuale pontefice, infatti, considera le conferenze come entità rappresentative “ad intra” e “ad extra” dell’ambito ecclesiale11 12 ed insiste su questa loro funzione di rappresentare nel modo più autentico l’episcopato presso le altre istituzioni, comprese quelle civili13. E taie insistenza risulta ancor più significativa se si considera che i 11 Vedi Acta et decreta Concilii Plenarii Americae Latinae, Romae 1902. 12 Ai vescovi portoghesi della provincia ecclesiastica di Braga, 4 febbraio 1983, n. 4, in Insegnamenti (cf. nt. 9),VI. 1, 348.

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