Folia Canonica 2. (1999)

STUDIES - Manlio Bellomo: Appunti per una metodologia della ricerca storico-giuridica

APPUNTI PER UNA METODOLÓGIA 17 era ed è difficile cogliere la natura, se non si tiene conto della variegata realtà che qui ho descritto in modo schematico. In breve, e per concludere su questo punto, mi piacé tornare ad un’immagine che nell’introduzione di un volume miscellaneo, che ho recentemente curato16, ho ripreso da un frammento del “Faust” di Goethe: da quel verso della “Nőtte profonda”, in cui Goethe parla della “doppia nőtte dei tigli” (“der Linden doppel Nacht”)17. All’acuta vista di Linceo la foresta appariva serena e florida nella nőtte di luna, ma poi d’un tratto la foresta si infiammo e Linceo dovette contemplarne le ceneri. Bene: cos! mi appare il rapporto tra la quaestio e il consilium: la quaestio, come esercitazione didattica, seppure suscita animate discussioni, non contrappone drammaticamente interessi a interessi; nel consi­lium si bruciano invece, nello scontro di concreti interessi, le ragioni di chi argomenta, per la difesa o per 1’ attacco, nella violenza del dibattito ehe coinvolge come in una fiammata. Appunto, “der Linden doppel Nacht”. V. LA DOTTRINA NELLA TRADIZIONE DEI MANOSCRITTI ESISTENTI Dopo quanto ho ricapitolato delle mie esperienze in terna di lecturae e di connessi reticoli grafici e didattici, di quaestiones, di consilia, la regola è la fluidità della scrittura. Anzi, è sempre da tenere presente che secondo un’altis- sima percentuale prima della scrittura vi è stata l’oralità, e che la scrittura è un pallido e fluido riflesso deU’oralità. Non parlo perd della variabilità (fluidità) delle differenti grafie e neppure della differente dimensione delle grafie (“libri littere minute”, etc.). Parlo di quell’immenso panorama di oralità ehe mi piacé chiamare “il mare deli’oralità”. La scrittura vi affiora, corne isola talvolta davvero minuta e sperduta. Vi è sempre una fluidità formale e sostanziale, in vari sensi: a) variabilità delle singole parole: per es., “duplicetur” o “dupletur”, “nam” oppure “ergo”; b) variabilità delle parole nella collocazione sequenziale del discorso: “Statuto civitatis cavetur...” oppure “Cavetur statuto civitatis...”; c) variabilità delle forme; d) variabilità della quantità dei contenuti: per es. “libri magni”, “libri parvi”, “quaterni” etc. Tutto ciö comporta conseguenze vistosissime, delle quali bisogna avere coscienza e prendere atto. 16 Vd. supra, nt. 5. L’utilizzazione del brano è nell’introduzione, Zur Einführung (pagina non numerata). 17 J. W. von Goethe, Faust II, Akt V, Szene III.

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