Folia Canonica 2. (1999)

STUDIES - Manlio Bellomo: Appunti per una metodologia della ricerca storico-giuridica

APPUNTI PER UNA METODOLÓGIA 15 serive, dagli spazi materiali disponibli sui margini, dalla volontà di selezionare e ridurre il numero dei testi e anche all’intemo di ogni testo di ridurre o arricchire il numero delle parole. Ogni codice, in tal modo, diventa un unicum: è un soggetto di storia. Documenta se stesso. E inutile, ed è antistorico, frantumarlo per tentare di ritrovare frammenti di opere ehe si suppone abbiano avuto una loro forma letteraria individuabile e reperibile sempre con il medesimo costante assetto in una serie più o meno consistente di testimoni, opere “in forma”, dunque, mentre è accaduto proprio il contrario: le opere “in forma” sono state rarissime, almeno fmo a tutto il Trecento, e per le mie esperienze di ricerca potrei enumerarne solo pochissime: basterebbero le dita delle mani, se non di una sola mano. Ora è da precisare un altro punto assai delicato: come si distingue una quaestio da un consilium, cioè un atto che è proprio della scuola da un altro che appartiene alla prassi dei processo? La difficoltà nasce dalla realtà delle esperienze ehe maturano nella scuola e nel foro. Si traita di realtà molto simili, e le opere che ne sono il frutto sono strutturate in modo assolutamente identico: la esposizione del factum, la proposi- zione dei problema giuridico, le argomentazioni costruite per mezzo di una sapiente utilizzazione di “loci loicales per leges probati”, o “modi arguendi in iure”. I loci loicales appartegono alla filosofia; le leges e il ius sono compresi nel Corpus luris Civilis. Dopo averli congiunti, in modo che i loci loicales abbiano cittadinanza nel mondo del diritto, il giurista li utilizza per argomentare, e argomenta alio steso modo nella scuola e nel foro: “Dubitatio incidit in iuditiis et in scolis”, come dira un professore bolognese del primo Trecento, Osberto da Cremona11. E per dipanare la dubitatio occorrono appunto i “loci loicales per leges probati”. Se si segue dunque la via dell’analisi della struttura e delle metodologie tecnico-giuridiche e logico-giuridiche adoperate dagli autori dei testi si corre il rischio di non approdare ad un rassicurante risultato. Occorre percio ricercare e rilevare una serie di segnali, ehe possano essere utili per una decisione. Nei casi fortunati si sono salvate alcune espressioni iniziali o finali, talvolta vere e proprie inscriptiones o subscriptiones, talaltra indirizzi di saluto: le inscriptiones e le subscriptiones si trovano generalmente attorno ai testi delle quaestiones, e indicano öltre al nome del professore disputante la data e il luogo delle dispute, o solo qualcuno di tali elementi; gli indirizzi di saluto aprono invece consilia che, richiesti in vari modi, sono dati per lettera dal giurista interpellato. 11 Ms. Vaticano, Chigi E.VIII.245, fol. 81 rb: quaestio “Dubitatio incidit in iuditiis et in scolis nunquid filius in potestate constitutus vel alius suus presumatur heres sine aliqua aditione...”.

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