Folia Canonica 1. (1998)
BOOK REVIEWS
184 BOOK REVIEWS contengono entrambi delle norme che vuoi per la natura della cosa vuoi per esplicita menzione interessano tutti i fedeli della Chiesa cattolica. II Codice orientale, dunque, non vuol servire solo le ventuno Chiese orientali cattoliche sui iuris, per le quali costituisce il diritto comune vigenete, ma tutta quanta la Chiesa cattolica. L’autore, consultore dell’allora Pontificia Commissio Codici Iuris Canonici Orientalis Recognoscendo, con il suo volume non pretende fare un commentario dei 1546 canoni del Codice orietnale, né dare un immagine completa delle istituzioni delle Chiese orientali, ma si propone uno scopo più modesto, come egli stesso dice, cioè dare una sommaria esposizione su ciö che rappresenta il nuovo Codice dei canoni delle Chiese orientali. Egli si rivolge sopratutto al lettore ehe desidera allargare il suo orizzonte e gettare uno sguardo su un altro diritto ehe non sia il diritto latino. Il volume è diviso in due parti: la prima parte, intitolata Les Eglises orientales et la codification de leur droit, consta di quattro capitoli; la seconda, intitolata Les principales despositions du Code consta di sei capitoli. Nella prima parte l’Autore comincia col presentarci le Chiese aile quali il Codice è destinato; in seguito ci présenta con una sommaria esposizione i lavori della codificazione, dandoci delle indicazioni sul titolo dei Codice e sulla promulgazione, finalmente vi è la comparazione fra i due Codici: il Codice di Diritto Canonico del 1983 e il Codice dei Canoni delle Chiese Orientali dei 1990, sottolineando le concordanze e le discordanze. Fra le concordanze, Metz sottolinea la lingua adoperata dai Codici, il metodo di lavoro delle Commissioni, la riduzione dei numero dei canoni rispetto alie legislazioni precedenti, i canoni di natura teologica presenti nei due Codici e i canoni comuni ai due Codici. Fra le discordanze, egli mette in evidenza prima di tutto i destinatari, poi il titolo, la ripartizione della materia, la terminológia, la designazione dei Patriarchi e dei Vescovi, la giurisdizione dei Patriarchi, lo spirito sinodale, il diritto penale e, infine, il diritto matrimoniale. La formula Ecclesia sui iuris, adottata dal Codice orientale, spesso dal nostro Autore è tradotta con l’espressione Eglise de droit propre, come avviene nella traduzione francese del Codice pubblicata dalla Libreria Editrice Vaticana nel 1997 a cura di É. Eid e dello stesso R. Metz. Ma, facendo questa scelta, la traduzione del c. 28 § 1 o del c. 37 risulta cacofonica: