Folia Canonica 1. (1998)
STUDIES - Péter Szabó: La competenza del vescovo eparchiale per la sanazione in radice del matrimonio
VESCOVO EPARCHIALE E SANAZIONE IN RADICE 161 dell’ufficio episcopale, anche alla dottrina giuridico-politica dello stesso legislatore -cf. mens legislatoris- si opporrebbe una interpretazione ehe, nonostante la mancanza di riferimento esplicito del c. 852, richiedesse di estendere le conseguenze della riserva della forma al caso della competenza di sanazione del vescovo eparchiale.) Conclusione Riepilogando, possiamo notare che il significato del c. 852 puö essere indubbiamente stabilito anche in base ai mezzi d’interpretazione messi a disposizione dal Codice stesso. E da tenere presente che i cc. 1503 e 1499, poi il c. 1496, e sopratutto il c. 1500 dei CCEO proverebbero sufficientemente questo fatto anche se fossero applicati singol armen te. Tuttavia le loro indicazioni unanime, ehe sono state verificate nel caso di oggetto dei nostro studio, aumentano il peso della loro forza probatoria. Secondo la nostra visione, per poter trovarsi d’accordo con la dibattuta limitazione della competenza episcopale -la quale, secondo le opinioni degli autori summenzionati, poteva essere 1’intenzione dei redattori dei Codice-, ci sarebbe bisogno di una autentica intepretazione restrittiva della legge. Tuttavia un tale intervento è molto inverosimile. Infatti, la già ricordata indole e le ragioni d’impiego della sanazione in radice escludono in pratica, in questo caso, la garanzia della benedizione sacerdotale, per cui in questa particolare eventualità la riserva non trova giustificazioni. Dopo quel ehe si è detto, possiamo certamente affermare ehe il vescovo eparchiale -naturalmente in caso della presenza delle altre condizioni prescribe- è competente anche quando la sanatio in radice richiede la dispensa della forma canonica. Poi, corne abbiamo visto, questa competenza non si limita agli elementi nettamente giuridici della forma (e cioè al risanare i matrimoni invalidi per la mancanza della facoltà di celebrazione o dei testimoni), ma include anche belementő sacramentale, e cioè la competenza di risanare anche quei matrimoni di cui l’invalidité è dovuta alla mancanza della benedizione sacerdotale.