Szent Benedek-rendi Szent Imre katolikus gimnázium, Pannonhalma, 1943
58 tutti gï,i uomiiii Ion ta ni, »ad unum ineffable unione reducit, ut idem eit Deus et Pater omnium ...« Per la carità »mos . .. sumus in fine saeculorum una vobiscum ascripti ...« e nel vincolo délia carità di Cristo: »pro vobis tanquam pro nobis Regi regum Domino supplicamus...« ...»Proinde vestram fraternitatem propensius exoramus, quatenus post Martinum vestrum, nostrum in vestris pectoribus habeatis Bened^ctum, quia Benedictus noster vestro Marino deQujlit, cum eius ora tórium in nostro monasterio fabricavi't . .« E' ^enftile, delicato e doïnmovente l'accenno di Adenolfo ai due Santi; Benedetto sul dïstruitto tempio di Apollo costrui la prima chiesa, di cui una cappella a S. Martino, fiore aulente délia cri©Éiana Ungheria. Nella preghiera sia rinnovato il vincolo di mirabile carità che univa ,i due Santi; nella preghiera si mediti e si conquisti l'idéale divino che fu pane e vita di Martino e di Benedetto: desidlerio di perfezione, conoscenza di Dio, adorazione, riconoscenza, domanda, supplica, santificazione. E ogîni anWP^ il 25 (gennaio, giorfno dedicato alla Conversione di S. Paolo, le due Arciabbazie si trovano maggiormente unité, nell'offerta solenne del divino Sacrificio. Al disopra délia caducità dél mondo, délia fumosa vallea del m'aie, in aïjfco, in alto, nella indistrutr i^ibile carità di Cristo, i monaci di Pannonhalma e di Montqcassino pregano e |adorano. La stessa Ostia è offerta, la stessa Vit(tima è immolata, lo stesso Sacrificio compiuto: cosi, perennemente, sempre, con lo stesso amore, con l'eguale carità, con immutata fraterna dedizione; e mentre la fiumana degli anni e dei secoli scorre e fu^ge, mentre tutto si dissipa e muore, rimane, vincitrice e conquis,tatrice perenne, la preghiera e la carità. , • I La Badia di Montecassino rifulse nella storia per un triplice ordine di valori: religioso, civile, culturale. L'arte, 'Je lettere, le scienze non meno dél culto e délia liturgia devono ai Benedittini in generale e a Mojitecassino in particolare, la salvezza dei tesori anjtichi e in cerfco modo il collejgamento tra quella che era s tata la grande età romana e Île grandi et à che seguirono il primo Medioevo. Nel monastero si conservava ancora la »torre di S. Benedetto« ov'egli abtitô: essa era composta di due piani e di una diecina di stanze tutte affrescate. La Badia formava un quadrilatère» di circa 200 metri per 150, severo come una fortezza. Per un oscuro androne si penetrava successivamente in tre grandiosi chiostri, nel secondo dei quali, «del 500, dalla célébré »loggia fdël Paradiso« si poteva godere un meraviglio.so panorama de lie valli del Liri, del Gari e dei Monti Aurunci. L'interno délia Basilica, quale ce l'aveva lasciata il sec. XVII, era fasftoso per la ricchezZa dei marmi e ,per la volta mediana íaffroscaíta ,da Luca Giordano, cui si debbono anche jl grande quadro ad olio sulla parkte al dlisopra délia porta, e( altri affreschi e quadri. Agli stalli del coro, magnificamente intagliati (fine sec. XVII), facevano riscontro gíi armadi délia sacrestia, di grandi osa monumenftailità. La cripta offriva un'austera visione <di pace monastica ed era un monumento pittorico, opéra di artisti