Szent Benedek-rendi Szent Imre katolikus gimnázium, Pannonhalma, 1941

24 leducatori e lo spirito del suo 'tjempo 'lo formano ed egli si mette sul cammino della vita. II Crociato del Pinturicchio, tutto armato, igiunge le mani per pregare príma di andare in Terra Santa. Lo attendono grandi combalttimenti. Egli jmploraTaiuto di Dio perché possa vincere nelle lotte della vi'ta. II Lorenzo dei Medici di Be­nozzo Gozzoli nella figura di uno dei tre 'Maghi, s'mcammina egli pure verso la vita con entusiasmo giovanile per aiituare .più tardi una delle più belle epoche della storia di Firenze, dove le ai'tá, le scienze, la vita sociale e economica fiorirono come in pochi altri luoghi. Tutto lo sfarzo del suo tempo si figura su questa pittuia. Mentre il Crociato è introspettivo e si sacrifica per interessi spiritua'i, Lorenzo il Magnifico guarda piuttosto al mondo esteriore, rap­presentante dell'immanentismo in faccia alla transcendenza. Anche per II Giovane dél Giorgione è venuta l'ora ídelle angoscie virili. E' pronto alla lotjtia. Guarda verso l'avvenire reale non con estasi, ma con seria riflessione. Eglji è quasi uomo, ma c'é ancor sul (suo viso la freschezza non ancora turbata della giovinezza. Le passioni non gli hanno ancora solcato né la fronte né le guancie. Il Perugino dipinse il ritratto del Raffaello giovane che fissá sul mondo i suoi occhi spalancati e maravigliati coi quali si accat­tiva tu'tti. Nel suo autoritratto sono già spariti i tratti giovanili, ma l'ardore degli occhi é rimasto. Il martirio di San Sebastiano dà moite occasioni alla ranpre­sentazione dél corpo giovanile. Ci riferiamo a quella del Costa e a quella del Sodorna. [ ' San Giorgio, caro patrono anche del nostro Santo Stefano che vinse la ribellione del Koppány con la sua protezione e con quella di San Martino, vien figurato spesso nell'arte italiana. La sua più célébré statua é fdi Donatello che in questa statua congiunse le tradizione gotiche medioevali col gusto del rinascimento. Di Donatello è lanehe il Fanciullo Ridente, la cui riproduzione si vede nella figura 5. Vincenzo Gemito ci présenta un fanciullo pescatore nel suo atten'fco e sanificato lavoro. Fra le rappresentazioni dei nuovi tipi di fanciullo italiani rammentiamo soltanto il Balilla di Vincenzo Giani. Quando vediamo le opere dei grandi artisti, moite scene jgra­ziose della vita dei fanciulli ci si presentano innanzi agli occhi. Ma ciascuna non è che un particolare, un frammento. In noi, educatori, non vivono soltanto frammeriti della vita giovanile: noi vediamo la vita intera del fanciullo nello stato in cui è venuto fuori daU l'officina del Creatore. Ci stanno innanzi non »gli adul'ti in mfinia­tura« dell'epoca »empire« e »biedermayer« che imitano nella loro condotta i grandi, né l'immagine troppo poetica — e perciô non interamente vera — dei romantici^ nata dal loro entusiasmo per i fanciulli, né i piccoli delinquenti dei psi^analitici né le pic­cole muffe impallidite nelle fabbriche dei tempi liberali, ma una gioventù forte e promettente che sta sviluppandosi. Quale edu­catore non sarebbe stimolato all'azione da questa immagine? Nel­l'anima di chi non si sveglierebbe il desiderio artistico di formare

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