Szent Benedek-rendi Szent Imre katolikus gimnázium, Pannonhalma, 1939

ORA Il governo reale ungherese affidando particolarmente ai Be­nedettinl ungheresi la cura di questo collegio, ha voluto esprimere la sua stima riconoscente all'opera compiuta dai membri di questo ordine i quali per venti anni a Komárom hanno svolta la loro atti­vità patriottica nei territorio ungherese occupato dalla Cecosio­vacchia. Allorchè, con l'aiuto del paese di Mussolini e dietro ai col­loqui svoltisi fra il conte Galeazzo Ciano e i rappresentanti dei governi tedesco e cecoslovacco, il territorio chiamato Felvidék è stato riannesso, almeno in parte, alla madre patria, nacque al conie Paolo Teleki l'idea di fondare un liceo-ginnasio italo-ungherese. Venendo incontro ai desideri dell'arciabate Crisostomo Kelemen i , rappresentanti del governo reale ungherese hanno stabilito Pannoil­halma, come luogo della fondazione del suddetto collegio. E ciô è più logico se si pensa ;che Pannonhalma è unita da mille legami all'ltalia e specialmente a Roma. Senza dimenticare che i Benedet­tini sono originari di Montecassino; Pannonhalma stessa è stata fondata da dodici monaci di Roma. Fu anche un benedettino di Pannonhalma, Sant'Astrico, colui che da parte del papa Silvestro II porto la sacra corona ungherese al re Santo Stefano. Quale sia lo scopo di questo nuovo istituto lo possiamo in­tendere con più competenza dalla dichiarazione che Valentino Ho­man fece alla stampa: »Io mi rallegro vivamente per la fondazione di questo nuovo convitto-liceo-ginnasio. In questo fatto io vedo una importante realizzazione conseguente agli accordi culturali italo-ungheresi dell'anno 1935. Io sono convinto che l'istituto inti­tolato ai Conti Galeazzo e Costanzo Ciano sarà uno strumento per lo sviluppo delle relazioni culturali italo-ungheresi. Oltre alla con­sueta educazione e istruzione di scuola media e al vantaggio di una possessione speciale linguistica e culturale di una nazione stra­niera, per gli studenti uscenti da questo istituto vi sarà la possibi­lité di riempire quegli impieghi di ordine intellettuale ed economico che serviranno al sempre maggiore approfondimento fra le rela­zioni dei due paesi e avranno la vocazione di servire l'amicizia se­colare esistente fra l'Italia e l'Ungheria.« Dalle parole del ministro si vede chiaramente che lo scopo di questo istituto non è soltanto istruttivo nei senso linguistico, ma anche educativo nei senso che gli Scolari potranno impossessarsi quanto più possibile di tutti i rami della cultura italiana, cioè spi­rituálé, artistico-letteraria, sociale, economica, industriale, com­merciale. E mentre noi approf'ondiamo il rapporto culturale e anche l'amicizia coll'Italia, rendiano un servizio alla nostra patria. Il fine ultimo di questa opera è il bene del nostro paese. Nelle relazioni e nell'amicizia fra i due paesi prima di tutto vogliamo «ssere buoni ungheresi servendo soprattutto la nostra patria in maniera che nessuno possa biasimare il nostro operato.

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