Csornay Boldizsár - Dobos Zsuzsa - Varga Ágota - Zakariás János szerk.: A Szépművészeti Múzeum közleményei 97. (Budapest, 2002)
RITOÓK SZALAY, ÁGNES: FLAVA THALIA: un quadro e una poesia di Janus Pannonius
il testo menzionato. Quindi, Guarino in questo caso si rivolse ad altre fonti. N. Wilson attribuisce la conoscenza di questo testo poco noto a Teodoro di Gaza. Infatti, il maestro greco in quegli anni, dal 1446 al 1449, insegno a Ferrara. Nel 1448 venne eletto rettore degli artisti. Janus scrisse anche una poesia per la festa. Ci fa sapere il già menzionato Ludovico Carbone che Teodoro di Gaza aveva scritto délie poésie greche sui due quadri già compiuti sulle Muse che, secondo Carbone, "nomen et officium Musarum concinne exprimunt". I loro nomi quindi indicavano le loro attività, nome e attività erano "concinne". Carbone si ricorda bene. Gaza fece Fetimologia del nome di "Thaleia". Guarino ovviamente accetto le interpretazioni dei nomi per il mondo occidentale nuove e insolite ma da lui ritenute autentiche in quanto confermate dalle fonti greco-antiche. Nella sua lettera a Leonello d'Esté egli offre ormai questa nuova concezione sia per il programma iconografico della decorazione della Villa Belfiore sia per le poésie da collocare sotto i quadri. Corne è cambiata la concezione di Teodoro di Gaza trasmessa da Guarino sul quadro di Michèle Pannonio? Non si sa se egli potesse conoscere il testo dell'intero programma iconografico. Sicuramente conobbe la riga che collocô sul quadro. Corne se proprio questa poesia di Guarino, e solamente questa, fosse stata l'unica indicazione per il pittore. Questo testo pero nella sua fantasia si riferiva aile righe menzionanti Cerere délie poésie sopracitate dei poeti romani. Il mediatore celeste di "plantandi leges" per lui poteva significare solamente la "Cerere légiféra" conosciuta, sentita, e soprattutto, studiata nei versi di Virgilio. In base di Tibullo, Orazio e Ovidio, essa andava rappresentata con la corona di spighe. Questo sarà il motivo per cui sul quadro di Michèle Pannonio troviamo Cerere, la "flava dea" con la sigla di Talia ai piedi. Janus Pannonius avrà visto questo quadro a Ferrara? Sicuramente no. Per primo perché questo quadro, almeno nel suo stato attuale, venne realizzato dopo la salita sul trono di Borso d'Esté, quindi dopo l'ottobre del 1450. Sul quadro si vede Femblema di Borso. Inoltre, la storiografia è unanime nel fatto che l'opéra di Michèle Pannonio fosse realizzata negli anni 1450. Non si puô invece escludere che Janus avesse avuto la possibilità di vedere qualche prima variante del quadro. Il pittore poteva preparare anche degli studi che, stando sul tavolo del maestro, potevano essere visti dai visitatori. Poteva esser stato Janus Pannonius nella bottega del maestro Michael? Si conoscevano di sicuro, lo conferma anche Vilmos Tátrai. 24 L' artista molto attivo nella corte ebbe incarichi soprattutto di decorazione. Egli disegnava e realizzava i drappeggi decorati con disegni enormi per le frequenti feste della corte estense. La sua opera fu riconosciuta con la cittadinanza conferitagli nel 1448. 25 La sua bottega si trovava nell'allora quartiere degli artisti, nella vicinanza della Santa Maria in Vado. Egli poteva incontrare Janus 24 Tátrai, loc.cit. (n. 20)407. 25 Cittadini, Luigi Napóleoné, Notizie amministrative, storiche, artistiche, relative a Ferrara, Ferrara 1868, 564.