Csornay Boldizsár - Dobos Zsuzsa - Varga Ágota - Zakariás János szerk.: A Szépművészeti Múzeum közleményei 97. (Budapest, 2002)
RITOÓK SZALAY, ÁGNES: FLAVA THALIA: un quadro e una poesia di Janus Pannonius
molto apprezzata, fin dal 1880 conservata nella Pinacoteca Nazionale, predecessore del Museo di belle Arti di Budapest. 20 II quadro è firmato, opera di un maestro attivo a Ferrara alla meta del secolo 15. Ella è seduta su un trono ornato, sopra la veste bianca indossa un abito rosso e un manto bruno con motivi. I cappelli ricciuti biondi sono contornati da una corona composta di spighe mature. Nella mano ella tiene un lungo ceppo di vite con sopra délie foglie e un grappolo di uva matura. Ai sui piedi su un pezzo di carta avvolta o di pergamena si legge la segnatura del maestro: "Ex Michaele Pannonio". Sotto l'emblema di Borso d'Esté è abbracciata in due pezzi di "tabula ansata" con iscrizioni. Su una si legge: OYTEIAI FE NOMOYZ ALT EMOY AH FNQTE FEÍ2PFOI Sull'altra: PLANTANDI LEGES PER ME NOVERE COLONI Proprio in questa ultima ha riconosciuto nel 1965 Michael Baxandall la poesia su Talia di Guarino inclusa nella lettera per Leonello. 21 Vediamo ormai il testo in cui si puo leggere dell'attività e dell'aspetto esterno della nostra Musa: "Thalia unam in agricultura partem reppertit, quae de agro platando est, ut et nomen indicat a germinando veniens; idcirco arbusculas varias manibus gestet; vestis esto floribus foliisque distincta." E poi sotto ancora: "Plantandi leges per me novere coloni." Confrontiamo il quadro con la descrizione di Talia da parte di Guarino. Lo si pud fare perché ai piedi della figura femminile si legge la poesia di Guarino su Talia. E' evidente l'intenzione dell'identificazione. Nella mano della nostra Musa non si trovano tralci giovani ma un grappolo di uva matura. L'abito sia decorato da fiori e foglie - dice Guarino. La nostra Musa è vestita con un abito di color omogeneamente rosso. Anche la decorazione del suo manto sembra di motivi stilizzati. Michael Pannonius quindi si era staccato dalla proposta ricevuta da Guarino. Vediamo adesso Fattività della Musa secondo Guarino. Egli scrive che Talia inventé un ramo dell'agricoltura, la bonifica della terra come viene confermato anche dal suo nome: "ut et nomen indicat a germinando veniens". Guarino quindi rinunciô a quella tradizione largamente accettata che Talia fosse la Musa della commedia e segui altre indicazioni. Considerando Fctimologia sopracitata „Ceres/Geres a gerendo" di Cicerone egli fa derivare il nome „Thalia/Thaleia" dalla parola greca OaÀÀco. Ne trovo anche una fonte antica. Anna Eörsi nomina Diodoros Siculus, Cornutus e Filgentius. 22 Ma da questi autori il nome di "Thaleia" è menzionato col significato "florens, vigens". Che la Musa fosse la patrona dell'agricoltura lo dimostra N. Wilson citando addirittura due autori. 23 Giovanni Tzetze spiega un passo di Esiodo nel modo segucnte: "OaÀeioc cpuxoopyiav...". In uno degli Scoli sul poema di Apollonio Rodio invece si legge: OáXeia 5è yecopyíav Kai xf]v Ttepi xà (puxà Trpaypaxelav..." Quest'ultimo ormai è identico alla concezione di Guarino: "Plantandi leges per me novere coloni". Il codice Esiodo di Guarino è rimasto conservato ai posteri. In questo ci sono anche délie spiegazioni di Tzetze, ma non ci si trova nessuna interpretazione riguardo N. Inv. 44. Tátrai, Vilmos, Michèle Pannonio. La musa Talia ( 1456-1459), in Le Muse Vol. I. Catalogo, 404-407. 21 Baxandall, Michael, Guarino, Pisanello and Manuel Chrysoloras, Journal of the Warburg and Courtauld Institutes 28 (1965) 183-204. 22 Eörsi, loc.cit. (n. 15) 36. 23 Wilson, Nigel, Guarino, Giovanni Tzetze e Teodoro Gaza, in Le Muse Vol. 2. Saggi. 83-86.