Tátrai Vilmos szerk.: A Szépművészeti Múzeum közleményei 92-93.(Budapest, 2000)
TRONCARELLI, FABIO: Ritratti di Guillen Lombardo
Dei rapporti tra Don Guillen e i pittori è rimasta una curiosa testimonianza: tra le carte sequestrate dagli inquisitori figurává infatti una poesia che elogiava il giovane Lombardo, che aveva compiuto nel campo della cultura e nel campo militare mirabili imprese a soli ventiquattro anni, 1 'eta che il giovane aveva a Nördlingen. Per i suoi meriti il giovane era stato effigiato in un ritratto. I versi erano intitolati: „Cartello lesplicativo] del ritratto del prodigioso giovane Guillen Lombardo de Guzman...". È possibile che alcuni di questi versi, o versi del tutto simili, fossero destinati ad essere scritti nel grande foglio lasciato in bianco in mano a Lombardo nel quadro di Van Dyck. 14 FABIO TRONCARELLI 14 Monterrey, Istituto tecnologico, Biblioteca Cervantina, manoscritto senza collocazione, cc. 324r325v. In ogni caso va rilevato che il titolo del poemetto, nel quale si menzionano con grandi iperboli i titoli veri o onorifici dell'irlandese, è stato scritto dopo il 1640, quando Don Guillen venne nominato, com'egli stesso dichiarö, Maese de Campo. Il nucleo fondamentale del poemetto va invece datato al 1634-35, quando Lombardo aveva ventiquattro anni. Non è impossibile che i versi siano stati scritti nel 1635 e ritoccati nel 1640. Su questo poemetto vedi Mendez Plancarte, G., Don Guillén de Lamport y su Regio Salterio, Abside 12 (1948) pp. 324-326. Lo studioso messicano ritiene che i versi, attribuiti a 'Don Pedro Calderón' non possano essere del grande Calderón de la Barca e siano opera di Lombardo stesso, che si elogia con grandi iperboli.