Tátrai Vilmos szerk.: A Szépművészeti Múzeum közleményei 92-93.(Budapest, 2000)

FEHÉR, ILDIKÓ: Il ciclo di affreschi allegorici del Palazzo Isidori di Perugia alla luce délie ultime ricerche e restauri

ghe di alcuni centimetri. 31 La spiegazione di queste differenze è il carattere frammentario degli affreschi; giacché i restauratori, in occasione dei restauri precedenti, non erano al corrente delle misure precise e reali delle figure femminili e collocarono le Stesse in un fondo di intonaco più largo. La mancanza di certezza riguardo l'estensione per il largo dériva anche dal fatto che quando gli affreschi furono tölti dal muro vennero fortemen­te danneggiati per il lungo, infatti le figure femminili non dovevano essere tolte da una parete piana, bensi da un'edicola situata fra due travi. Nel suo saggio del 1997, il pro­fessore Mancini ha tentato di definire anche l'ordine in cui le allégorie erano state collocate sul soffitto; secondo la sua opinione nel primo e nel terzo scompartimento (si tratta in tutto di venti cassettoni) dovevano essere le virtù, mentre nei dieci cassettoni centrali si trovavano i vizi. La ricomposizione del l'ordine in cui originariamente com­parivano le figure femminili, in base alle nostre nozioni attuali, sarebbe un gioco di "puzzle" che non puo avère un'unica soluzione certa. Riteniamo perö probabile, se­guendo le analisi di Mancini, che: se nei due scomparti laterali si trovavano le virtù, ai due lati dei vizi, collocati al centro, e in tal modo "sconfitti", in senso teologico, allora le quattro virtù cardinali dovevano essere disposte nei quattro angoli della sala. 32 In­vece, le virtù teologiche, supponiamo che nel programma originario figurassero nel terzo scompartimento, partendo dall'entrata, quindi sovrastavano l'Annunciazione. La descrizione della sala risalente al 1889, infatti, ci rivela che a quell'epoca le rispettiva­mente dieci figure del primo e secondo scompartimento erano coperte da uno strato di calce, nel terzo scompartimento otto figure erano "in discreto stato di conservazione", mentre il proprictario aveva già precedentemente trasportata su tela una delle due figu­re mancanti. 33 All'epoca dell'acquisto solo un'unica figura femminile, quella provvi­sta del N° d'inv. 1365, che teneva in mano un mazzo di spighe verdeggianti, era su tela; il Previtali e poi anche Pigler, nel 1967, individuarono in questa figura l'allegoria della Speranza. Probabilmente Paîtra figura femminile, facente parte delle due precedente­mente trasposte e menzionate nella descrizione, era anche la personificazione di una delle virtù teologiche, la Carità. Secondo la nostra teória la terza virtù teologica, la Fede, con una croce in mano, con il N° d'inv. 1167, doveva comparire pure in questo luogo, cioè nel terzo scompartimento. 31 Tátrai, op. cit. (n. 8), L'estensione orizzontale dell'edicola che contiene le figure femminili degli affreschi esposti nel museo (1) e la massima estensione orizzontale del particolare architettonico dell'edi­cola che si è conservato (2): N° d'inv. (D (2) 1360 cm 35 cm 15 1262 cm 40 cm 5 1255 cm 40 cm 8 1258 cm 35 cm 5 1363 cm 35 cm 6 1260 cm 38 cm 10 1357 cm 39 cm 10 1362 cm 36 cm 8 32 Mancini. op. cit. 1997 (n. 15) 64. 33 Mancini, ibidem.

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