Tátrai Vilmos szerk.: A Szépművészeti Múzeum közleményei 90-91.(Budapest, 1999)

TÁTRAI, VILMOS: Un' Assunzione della Vergine di Jacopo Ligozzi

UN'ASSUNZIONE DELLA VERGINE DI JACOPO LIGOZZI Nella Pinacoteca del Museo di Belle Arti la seconda generazione dei manieristi fiorentini è rappresentata da due capolavori ben conosciuti di Agnolo Bronzino, non­ché da Michèle di Ridolfo e da Pier Francesco Foschi, del quale oltre alla Sacra Famiglia già appartenente al fondo - il Museo ha acquisito da non molto un quadro raffigurante il Cristo portacroce. 1 Fra i pittori tardomanieristi dello Studiolo sono pre­senti nella collezione budapestina: Alessandro Allori, Girolamo Macchietti e Battista Naldini. Una composizione con la Sacra Famiglia (fig. 60), poco citata nella letteratu­ra, databile agli anni Ottanta e restaurata di récente, si puô fare risalire alla cerchia di Pieter de Witte, detto in Toscana Pietro Candido, cosi, unitamente ad alcuni altri dipinti in attesa di attribuzione, si puô a buon diritto annoverare fra le creazioni del manierismo fiorentino. 2 Nel Museo di Belle Arti le tendenze antimanieriste esordienti nel centro granducale sono rappresentate - oltre che da un quadro di livello poco eccedente il provinciale, dipinto nella maniera di Santi di Tito (fig. 61 ) 3 - da due opère in tutto: una versioné autografa 4 della composizione con L'ebbrezza di Noè di Jacopo Chimenti da Empoli e L'Assunzione della Vergine attribuibile a Jacopo Ligozzi (figg. 62-64). Già dieci anni fa scrissi alcune righe' 1 su quest' ultimo dipinto che attribuito ad un 1 Ho pubblicato questo quadro di Foschi, acquistato nel 1997, quando era ancora in collezione privata: Tátrai, V., Ten Italian Paintings in Private Collections in Budapest, Művészettörténeti Értesítő, 36 (1987) 119. 128. Riprodotto ira i nuovi acquisti del 1997: BullMusHongrBA 88-89 (1998) 153. fig.73. 2 N° d'inv. 491. Olio su tela, em 126x101. Restaura di András Fáy nel 1994-95. Ho messo in relazione il quadro con la cerchia di Pieter de Witte per la prima volta ncl 1991: Museum of Fine Arts Budapest. Old Masters ' Gallery. A Summary Catalogue of Italian, French. Spanish and Greek Paintings, Budapest - London, 1 991 , 121. Secondo F. Zeri, (Pittura e Controriforma. L 'arte senza tempo di Scipione da Gaeta, Torino, 1957, 105): «Ccrtamcnte in rapporto con la Toscana della seconda meta del Cinquecento, Ibise con la cerchia dei pittori di Borgo San Sepolcro». A. Piglcr- in Katalog der Galerie Alter Meister, Budapest, 1967, 706 - l'ha deftnita opera di pittore toscano della meta del XVI sec. Buona ['analógia con la Sacra Famiglia con i Santi Francesco, Caterina e Giovannino custodita al Louvre, ma il drappeggio del quadro di Budapest è più morbido e nello stesso tempo meno virtuoso di quello che possiamo osservare ncH'opera del maestro liammingo. 3 N° d'inv. 62.12. Olio su távola, cm 92 x 72. Restaura del 1996-97 di Kinga Tarcsai dell'Accademia di Belle Arti. Pigler, op. cit. 330. e Museum of Fine Arts ... op. cit. 55: Pittore italiano, XVI sec. E possibile che la composizione derivi dircttamentc da un'opera perduta o di ubicazione ignota di Santi di Tito. 4 Sul quadro di nuova acquisizionc (n° d'inv. 94.4, Olio su tela, cm 210 x 159): Szigethi, A., Empoli, Ficherelli, Lippi e altri: quadri sconosciuti del Seicento fiorentino a Budapest, in Ex Fumo Lucent. Baroque Studies in Honour of Klára Garas. Budapest 1999, 139-144. 5 N° d'inv. 67.11. Olio su tela, cm. 143 x 96,5. Tátrai. V., In breve su cinque quadri italiani. Acta Históriáé Artium 34 ( 1989) 78-79. Franco Mora, per iscritto, in una lcttera del 25 gennaio 1987 attribuisce il dipinto, per ipotesi, ad Andrea del Brescianino, mentre Marco Chiarini, verbalmente, il 14 giugno 1988, lo attribuisce, anch'egli ipoteticamcntc, al genovese Giovan Ballista Paggi, attivo anche a Firenze.

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