Tátrai Vilmos szerk.: A Szépművészeti Múzeum közleményei 82. (Budapest, 1995)

ANDREADE MARCHI: Un punto fermo per Angelo Zoppo padovano "ignobile pittore"

UN PUNTO FERMO PER ANGELD ZOPPO PADOVANO "IGNOBILE PITTORE" Nel 1962, in questa stessa sede, Lionello Puppi 1 prendeva in esame un frammento di affresco (fig. 35), riportato su tela, raffigurante la Vergine svenuta ai piedi della croce, tra San Giovanni e tre pie donne dolenti, giunto al museo di Budapest nel 1951. 2 Lo studioso notava le stringenti affinità stilistiche con una pala del Museo Civico di Padova, VAdorazione del Bambino tra San Giovanni Battista e San Girolamo, proveniente dal convento degli ScalzP ,e con due frammenti di affresco trasportati su tela, i cosid­detti Arciere e Soldato tra due colonne, pure del Museo Civico, superstiti insieme ad un terzo frammento di un vasto ciclo nella Scuola di San Marco e San Sebastiano. 4 La prima era stata riferita a Jacopo da Montagnana dal Cavalcaselle e dal Berenson, un nome speso pure per i secondi, da altri - come Adolfo Venturi - creduti della bottega dello stesso Mantegna. La dimostrabile identità di mano tra queste opère - incluso il terzo frammento della Scuola con la Predica di San Marco, come correggeva anche Puppi nel 1976 5 - dava cosi corpo ad una personalità prima di allora non awistata. II Puppi si spingeva oltre nel tentativo di individuarne l'identità anagrafica, istituendo con­Un pensiero grato va in particolarc a padre Francesco Trolcsc O.S.B., per la sua gencrosa disponibilité, a Vilmos Tátrai c ai compagni di questa perlustrazione: Luciano Bcllosi, Giorgio Fossaluzza, Tiziana Franco, Federica Tonioto. 1 Puppi, L., Angclo Zotto et quelques fresques padouanes du XV e siècle, BullMusHongrBA 21 (1962) pp. 31-43. 2 Inv. 51.2972, 78x127 cm. Pigler, A., Katalog der Galerie Alter Meister, Budapest 1967, p. 412 (come seguace di Mantegna); Museum of Fine Arts, a cura di Tátrai, V., Budapest 1991, p. 92 (corne scuola padovana circa 1490). L'opéra vi giunsc ncl 1951 dal György Rath Museum di Budapest (nr. 157), dove era creduta di Jacopo da Montagnana, con buona approssimazione, sulla base di un'opinione espressa da Giuseppe Fiocco. Cfr. Gombosi, Gy., Dipinti italiani nei Musei Rath e Zichy di Budapest, Rivista dArte, 14 (1932), p. 237. La più antica attestaziona è a Vienna, alla meta dcll'Ottocento nella collezionc Sámuel Fcstetits (ma non compare nel catalogo di vendita del 1859), quindi in quella dcllo scultore Josef Daniel Böhm c alla vendita da Alexander Posony ncl 1865. La comperô György Rath, nella cui collezionc a Budapest è ricordata ncl 1892 (Frimmcl, Th., Kleine Galeriestudien I, Bamberg 1892, p. 258; ncl 1888 era stata csposta al Kiinstlcrhaus di Budapest, ad una mostra di opcrc d'artc di collczioni private). 3 Spiazzi, A.M., in Cat. Da Bellini a Tintoretto. Dipinti del Musei Civici di Padova dalla meta del Quattrocento aiprimi del Seicento, a cura di Ballarin, A. c Banzato, D., Milano 1991, pp. 91-92. 4 De Nicolo Salmazo, A., ibid., pp. 66-69. Gli affrcschi decoravano la sala in cui si radunava il capi­tolo della Scuola, edificata ncl 1475; Luigi Pizzi, che Ii credeva di Mantegna c che ne trasse alcuni discgni ncl 1818 riportava una data 1481, come già prima di lui Portcnari (1623), Salomonio (1701), Giovanni Battista Rossctti (1780) c Pictro Brandolcsc (1795), data assai verosimile per la loro csccu-zione. 5 Puppi, L., in Cat. Dopo Mantegna. Arte a Padova e nel territorio nei secoli XV e XVI, Milano 1976, p. 22. Lc tcntazioni di una divisionc di mani tra i tre frammenti sono opportunamentc fugatc da Dc Nicolö Salmazo, op.cit. (n.4), p. 69. Un quarto frammento (fig. 38), pure strappato e trasportato su tela (cm. 65x71), puö csserc identificato: é la figura di "San Marco strascinato dai turchi", riconoscibile grazie al discgno di Luigi Pizzi (fig. 39), passata ad un'asta di Sotheby's a Monaco (5-6 dicembrc 1991, lotto 203, come scuola italiana del sec. XVI) c poi alia Walpolc Gallery di Londra.

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