Török Delma (szerk.): Italia. Episodi mediterranei. Esperienze italiane degli scrittori ungheresi, 1890-1950 (Budapest, 2015)

La citta creata - Fra cielo e acqua

Esti credette che il medico si fosse sbagliato o l’avesse preso in giro; il mare non ve­niva e non sarebbe mai venuto, non era disposto a mostrarsi a lui... Nervoso com’era compose tuttavia un ditirambo, versi festosi per salutare il mare: ma le parole gli si raggelarono pian piano sulle labbra. Il mare tardava. Esti aveva ormai lasciato ogni speranza; tuttavia il medico di regimento, quando svoltarono fuori dalla galleria, tese l'indice adorno di una corniola verso i raggi del sole e disse: - Eccolo. Era davvero lì, era il mare, proprio il mare, liscio e azzurro, come l’aveva visto sulla cartina a muro della scuola elementare. Esti non se l'era figurato né più bello, né più grande: il mare era già più bello e più grande di quanto un tempo l’avesse imaginato. I Dezső Kosztolányi: Kornél Esti, 1933 Non avevo mai visto una persona trasognata come Péterfy, in un incanto talmente quieto e profondo, così come lo vidi un giorno a Capri, seduto su una cima del pano­ramico Monte Solaro, mentre contemplava in estasi il blu infinito del mare, i fantastici scogli e la magica isola ai suoi piedi. La freschezza della primavera si mescolava con lo splendore di una giornata d'estate. Il fulgido etere aleggiava sereno sopra l’isola felice, le ombre viola oscillavano sulle coste rocciose e schiumose e il sole riempiva il paesaggio del mare sconfinato di un maestoso sfarzo. Ora si esternava il vero Péterfy. Ogni suo nervo recettivo era eccitato. | Frigyes Riedl: Jenő Péterfy, 1900

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